Tre volte

martedì 5 Aprile 2022

Lei, privato cittadino, senza partito, poeta lirico, donna sola, incapace di accendere un fornello a gas senza l’aiuto di qualcuno, è stata per tre volte giudicata e condannata dal Comitato Centrale del partito al potere. Tre risoluzioni del Comitato Centrale del Partito Comunista dell’Unione delle Repubbliche Socialiste Sovietiche (dei bolscevichi)! Si può pensare che i bolscevichi non avessero altre preoccupazioni: cosa sono l’elettrificazione, l’alfabetizzazione, l’opposizione interna al partito, l’industrializzazione, la collettivizzazione, la guerra contro la Germania fascista, la restaurazione del paese! C’è l’Achmatova; lei sì, che è peggio dell’Intesa e di Hitler, di Trockij e di Bucharin. Senza alcuno sforzo da parte sua, i bolscevichi le riconobbero lo status di avversaria alla pari, le diedero (tre volte!) un mandato di potere, una lettera d’encomio, o come dicevano gli antenati tartari della poetessa, uno jalryk, un editto per regnare. Un cosa stupefacente, per i posteri.

[Achmatova bez gljanca (L’Achamtova senza fronzoli), a cura di Pavel Fokin, Sankt Peterburg – Moskva, Pal’mira 2018, p. 10]

Un albergo

giovedì 2 Dicembre 2021

Quando, al Kgb, hanno detto a Punin che lo lasciavano libero, lui si è reso conto che, era notte, non c’erano più tram, ha chiesto se poteva fermarsi in cella a dormire, «Questo non è un albergo», gli hanno risposto.

[Anatolij Genrichovič Najman, in Achmatova bez gljanca (L’Achamtova senza fronzoli), a cura di Pavel Fokin, Sankt Peterburg – Moskva, Pal’mira 2018, p. 294]

La tristezza

mercoledì 11 Agosto 2021

La tristezza era, effettivamente, il tratto caratteristico del volto dell’Achmatova. Anche quando rideva. Era proprio questa tristezza incantevole a rendere il suo volto bello in un modo così singolare.

[Jurij Annenkov, in Achmatova bez gljanca, a cura di Pavel Fokin, Pal’mira, Spb, M, 2018, p. 16]