Chi non è in grado di suscitare l’orrore

venerdì 27 Aprile 2018

Leggendo «gesso» voi vedete com’è bianco, voi udite il rumore di quando si spezza sulla lavagna (peggio dell’unghia sul vetro), io ne sento l’odore. Ma cosa si fa a scegliere di essere Insegnanti o Secondini, Guardie Carcerarie, Agenti di Custodia o di Polizia Penitenziaria? Io non impazzisco nel pormi queste domande perché ci è già impazzito Nietzshe:

Non si ha che da prendere contatto con la letteratura pedagogica della nostra epoca: bisogna essere completamente corrotti per non spaventarsi – quando si studi tale argomento – della suprema povertà spirituale di questo girotondo davvero sgraziato. Nel nostro caso la filosofia deve prendere le mosse non già dalla meraviglia, bensì dall’orrore. Chi non è in grado di suscitare l’orrore è pregato di lasciare in pace le questioni pedagogiche (Sull’avvenire delle nostre scuole).

5. Io lascio in pace le questioni pedagogiche perché non sono in grado di suscitare l’orrore. Intitolo questo capitolo, e questo libretto, Abbasso la pedagogia perché le tre parole suggeriscono una scritta infantile fatta col carbone su un muro, o con il gesso su una lavagna. Diceva Giuseppe Gioacchino Belli qualcosa come: «e se c’è un muro bianco io glielo sfregio».

[Giampaolo Dossena, Abbasso la pedagogia, Milano, Garzanti 1993, pp. 16-17]