Cosa ci possono fare

mercoledì 29 Dicembre 2010

Clic

Ordinare di sparare

sabato 25 Dicembre 2010

Cinquant’anni fa, sulla piazza dei teatri di Reggio Emilia, alle 4 del pomeriggio, c’era molta gente, per partecipare a una manifestazione indetta dalla CGIL che doveva concludere uno sciopero di protesta contro le violenze della polizia a Roma, il giorno precedente.

Per quella manifestazione era stata concessa la sala Verdi del teatro Ariosto, una sala che può contenere al massimo 400 persone.

Alle manifestazioni della CGIL, allora, a Reggio Emilia, partecipavano sempre migliaia di persone.

Al mattino il prefetto aveva dato ordine di «sciogliere con la forza qualsiasi assembramento non autorizzato».

Assembramento non autorizzato, per le leggi dell’epoca, voleva dire una riunione non autorizzata di più di tre persone.

E prima che cominciasse la manifestazione, sulla piazza qui dei teatri di Reggio Emilia, c’erano almeno duemila persone.

E prima che cominciasse la manifestazione, d’un tratto, la polizia ha caricato.

E subito dopo, inspiegabilmente, si è messa a sparare.

E ha sparato per quaranta minuti.

E ha ferito sedici persone, e ne ha uccise cinque, tutti operai.

Cinque operai che non avevano fatto niente.

Uccisi, sulla piazza dei teatri di Reggio Emilia, il 7 luglio del 1960.

Governo Tambroni.

Ministro degli interni Spataro.

Presidente della repubblica Gronchi.

Un commissario di polizia venne accusato, da due poliziotti, di aver dato l’ordine di sparare. La testimonianza di questi due poliziotti non fu però considerata attendibile.

Perché, scrive nella sentenza il dottor Curatolo Paolo, giudice estensore, uno dei due «era anche studente universitario, e poi ha lasciato la polizia» Continua a leggere »

Una cosa

sabato 21 Agosto 2010

7-luglio-2010

Alla festa dell’unità di Reggio, allo stand della CGIL, si trova il video con la registrazione integrale del convegno del 7 luglio 2010 sul 7 luglio del 1960, al teatro Ariosto, con interventi di Mirto Bassoli, Alfredo Bertelli, Marco Revelli, Paolo Nori, Alfredo Reichlin, Tiziano Rinaldini, Roberto Natale, Aldo Tortorella, Carla Cantone.

Cosa ci possono fare

mercoledì 7 Luglio 2010

7-luglio

Cosa ci possono fare

discorso sui fatti di Reggio Emilia del 7 luglio del 1960
pronunciato al teatro Ariosto di Reggio Emilia
il 7 luglio del 2010
nell’ambito del convegno
«Lavoro, libertà, democrazia
nel cinquantesimo anniversario del 7 luglio 1960»

Buongiorno a tutti, ringrazio per avermi invitato, e ringrazio per avermi dato la possibilità di lavorare ancora su questo, non so come dire, argomento, forse, anche se è strano, chiamare la cosa di cui parliamo oggi un argomento, non è mica un argomento, è una cosa dentro la quale c’è un po’ tutto; se uno comincia a studiare quel che è successo il 7 luglio del 1960 a Reggio Emilia, partendo da lì può parlare di tutto, mi sembra, e io, oggi, ho pensato di parlar della paura, cominciando dalla mia, paura, e continuando con la nostra, paura, e quel passaggio lì, mia – nostra, io – noi, anche quello lì non è mica un argomento, anche lì mi sembra che ci sia della sostanza, della roba che a me, per come son fatto, mi dà da pensare, e da pensare mi danno i cosiddetti fatti di Reggio Emilia e il 7 luglio del 1960, e quel che è successo qui vicino, su questa piazza che c’è qui davanti che adesso si chiama Piazza dei Martiri.
Ecco su questa piazza, qui di fianco c’è un altro teatro, che si chiama Cavallerizza, dove nel 2006, quattro anni fa, io ho fatto una lettura quasi integrale di un romanzo che ho scritto su questi fatti, sul 7 luglio del 1960. Ecco quel giorno lì io avevo paura; io avevo paura perché le cose che avevo scritto mettevan le mani dentro una cosa che, in un certo senso, come si dice con una frase fatta, con un modo di dire, appartiene alla storia d’Italia, e, se accettiamo la vaghezza dei modi di dire, questa cosa qua è anche vera; anche se le tracce, nei libri di testo, nelle enciclopedie, di questa cosa, di quel che è successo sulla piazza qui di fronte il 7 luglio del 1960, le tracce, dicevo, son molto labili, quasi nulle, e imprecise, false, a volte, a volte vien da pensare artatamente falsificate, e viene da chiedersi cosa sarebbe rimasto, di questa memoria, se non ci fosse stata una canzone, la canzone di Fausto Amodei Per i morti di Reggio Emilia, e a me da parte mia vien da dire che senza quella canzone il romanzo che ho scritto probabilmente non esisterebbe perché, probabilmente, io non avrei saputo niente, dei morti di Reggio Emilia, senza quella canzone. Continua a leggere »

La voce rauca

mercoledì 7 Luglio 2010

7-luglio

[Questo testo è stato diviso in 72 parti e incollato – a cura di Le maus – sulla piazza dei teatri di Reggio Emilia]

Cinquant’anni fa, su questa piazza, alle 4 del pomeriggio, c’era molta gente, per partecipare a una manifestazione indetta dalla CGIL che doveva concludere uno sciopero di protesta contro le violenze della polizia a Roma, il giorno precedente.

Per quella manifestazione era stata concessa la sala Verdi del teatro Ariosto, una sala che può contenere al massimo 400 persone.

Alle manifestazioni della CGIL, allora, a Reggio Emilia, partecipavano sempre migliaia di persone.

Al mattino il prefetto aveva dato ordine di «sciogliere con la forza qualsiasi assembramento non autorizzato».

Assembramento non autorizzato, per le leggi dell’epoca, voleva dire una riunione non autorizzata di più di tre persone.

E prima che cominciasse la manifestazione, su questa piazza, c’erano almeno duemila persone.

E prima che cominciasse la manifestazione, d’un tratto, la polizia ha caricato.

E subito dopo, inspiegabilmente, si è messa a sparare.

E ha sparato per quaranta minuti.

E ha ferito sedici persone, e ne ha uccise cinque, tutti operai.

Cinque operai che non avevano fatto niente.

Uccisi, su questa piazza, il 7 luglio del 1960.

Governo Tambroni.

Ministro degli interni Spataro.

Presidente della repubblica Gronchi.

Un commissario di polizia venne accusato, da due poliziotti, di aver dato l’ordine di sparare. La testimonianza di questi due poliziotti non fu però considerata attendibile.

Perché, scrive nella sentenza il dottor Curatolo Paolo, giudice estensore, uno dei due «era anche studente universitario, e poi ha lasciato la polizia». Continua a leggere »

Tutti

martedì 6 Luglio 2010

7-luglio

Nel breve discorso di domattina, a Reggio Emilia, dentro Il convegno Lavoro, libertà, democrazia nel cinquantesimo anniversario del 7 luglio del 1960, c’è anche questa cosa qua.

7 luglio – Reggio Emilia

martedì 1 Settembre 2009

Mercoledì 7 luglio,
a Reggio Emilia,
al teatro Ariosto,
alle ore 9 e 30,
proiezione del documentario
Lavoro, libertà, democrazia nel cinquantesimo anniversario
del 7 luglio 1960,
di Nico Guidetti,
a seguire un convegno con
Mirco Bassoli, Alfredo Reichlin,
Aldo Tortorella, Marco Revelli,
Paolo Nori, Tiziano Rinaldini

7 luglio – Reggio Emilia

domenica 30 Agosto 2009

Mercoledì 7 luglio,
a Reggio Emilia,
alle ore 21,
in piazza Prampolini,
dentro in festival Ost,
Nervi dei nostri nervi,
immagini, suoni, voci per il 7 luglio,
con Paolo Nori, Fausto Amodei, Giardini di Mirò,
Banda di quartiere, Roberto Abbiati,
Gruppo padano di Piadena,
Alessandro Nidi, Maurizio Maggiani.