Andiamo avanti
Buongiorno.
Mi presento, mi chiamo Paolo Nori, sono di Parma, ho quarantotto anni, scrivo dei libri, e Carlo Saletti mi ha chiesto di fare tre brevi interventi all’interno di qusto concerto sul risorgimento, che si tiene quest’anno, 2011, qui, a Custoza, nell’ambito, più in generale, delle celebrazioni che ci son state quest’anno per i centocinquant’anni dell’unità d’Italia.
Io, devo dire, ho accettato volentieri, anche se, devo dire, non ne so molto, né della musica del risorgimento, né, in generale, dell’unità d’Italia.
Mi sono un po’ documentato, per l’occasione, ma se avrete la bontà di ascoltare quello che dico, vedrete che non ho tirato fuori molto. Vedrete anche, se avrete la bontà di ascoltare quello che dirò, che farò molti riferimenti alla Russia.
Se non avrete la bontà di ascoltare quello dico, secondo me fate bene, è un concerto lungo, dentro una giornata lunga, ogni tanto dieci minuti per farsi i cazzi suoi, secondo me ci stan bene.
Ecco. Quelli che invece hanno avuto, fino adesso, la bontà di ascoltare quello che ho detto, si saranno chiesti, forse, Ma perché farà molti riferimenti alla Russia, dentro di un concerto sul risorgimento, e sui centocinquant’anni dell’unità d’Italia?
Ecco, io farà molti riferimenti alla Russia perchè ho studiato russo.
Ma andiamo avanti.
Anzi, fermiamoci un attimo.
[Inizio del discorso sul Risorgimento letto a Custoza il 2 luglio]