Appuntamento al buio

sabato 29 Agosto 2015

L’altro giorno, nella libreria dove vado a Bologna, ho visto che vendevano un libro che io non avevo mai visto un libro del genere. Costava 10 euro, lo pubblicava la casa editrice Sperling & Kupfer e era fatto in un modo stranissimo. La copertina non si vedeva, era dentro una busta, e in alto c’era scritto: «Appuntamento al buio con un libro». Poi sotto c’era scritto: «Non puoi vedere né titolo né autore. Fatti guidare dagli indizi sulla busta! Lascia che sia il libro a leggere te!». Poi, ancora un po’ più sotto, c’era scritto: «Di questo libro hanno detto: “Ti inchioda alla pagina, è intelligente, intrigante, pieno di azione e passione, e ricco di rivelazioni…”». Dall’altra parte della busta invece c’era scritto: «Incalzante, avvincente, serrato. A te che ami la suspense, la tensione, il brivido». Ce n’era anche un altro, di libri dentro la busta, costava sempre 10 euro e c’eran scritte sempre le stesse cose, solo un po’ diverse: questo era «piacevole e scorrevole», e «Coinvolgente profondo intenso. A te che ami viaggiare nella storia».

Allora io, non lo so, ma secondo me un romanzo, e immagino che quei due libri che ho visto in libreria fossero dei romanzi, ecco secondo me, come diceva Balzac, un romanzo dovrebbe essere una cosa inaudita, cioè una cosa che, prima di lei, non l’aveva mai sentita nessuno, invece a leggere questi commenti, «incalzante e avvincente e serrato» e «piacevole e scorrevole», e «coinvolgente e profondo e intenso», questi sembrano dei libri che a uno gli sembra di averli già letti prima ancora di leggerli, e a me è venuto in mente quando, qualche anno fa, mi ero messo a fare una piccola lista delle espressioni che si trovavano in quarta di copertina e, allora andavan di moda gli ossimori, avevo trovato «Un romanzo lieve e pensieroso», «Un’opera leggera e profonda», «Una prosa calma e nervosa», «Un libro tranquillo e scatenato», «Un mondo di certezze insicure», «Una scrittura in cui i dettagli sono capitali», «Una prosa prevedibile e sorprendente», «Un romanzo dove un fratello senza uno straniero», «Un romanzo che ha dato vita a un fantasma», «Una trama dove i veri protagonisti sono le comparse», «Un personaggio che retrocede, o avanza», «Un canile che canile non è», che, a parte il canile e il personaggio che retrocede, sembravan tutti dei libri bellissimi, a credere a quello che dicevano le quarte di copertina, e a me e a un mio amico era venuto in mente, per uscire da questo clima di bellezza che ci circondava allora, eravamo all’inizio del secolo, di fare una collana di libri brutti, l’avevamo chiamata LDM, che era un acronimo che significava Libri Di Merda, c’era anche logo con una merdina stilizzata con una moschina che ci si posava sopra, e il primo libro della collana l’avevam scritto noi, si intitolava Storia della Russia e dell’Italia e la quarta di copertina faceva così: «Con questo libro si tenta di fondare un genere nuovo, il romanzo storico epistolare. Essendo un primo tentativo, a dispetto dell’indubbio interesse del tema, nonostante un attento lavoro di documentazione e di studio e malgrado una veste grafica che si sforza di essere accattivante, è venuto fuori un romanzo un po’ noioso, che si fa fatica a finire di leggerlo» che mi rendo conto che come marketing era forse peggio dell’appuntamento al buio con il libro, difatti è finita poi subito, quella collana lì.

 

[uscito ieri su Libero]