All’insegna del divin marchese

martedì 20 Marzo 2018

Ma da tutti questi «gialli» che festonano le edicole, ci vien fatto di osservare come, in complesso, il prodotto tenda sempre più a snaturarsi, a perdere quella caratteristica di rompicapo o puzzle narrativo, spesso brillante e non privo di intelligenza, e ad assumerne altra che non è infine che quella di un sommario di gratuite atrocità e di ancor più gratuite rappresentazioni erotiche. Basta leggere Spillane, scrittore venduto con punte di tredici milioni di copie negli Stati Uniti, per vedere dove il romanzo poliziesco sia andato a finire. In un solo racconto abbiamo cocainomani, omosessuali, lesbiche, qualche casa equivoca, un tipo specializzato nel reclutare prostitute nei colleges; e infine, e questa sarebbe la gran trovata di Spillane, un poliziotto privato che non ha fiducia nelle giurie e che fa sbrigativamente giustizia dei colpevoli, con un gusto che davvero mette i brividi. Per questo poliziotto, che si chiama Mike Hammer, le donne si svestono con una frequenza e un entusiasmo tali da rendere scioccamente monotona la narrazione. Mai un libro ci ha dato tanta noia – se togliamo, per riguardo a quel che lo scrittore effettivamente è, Il conformista di Moravia. Siamo, insomma, all’insegna del divin marchese: e con tredici milioni di avventori.

[Leonardo Sciascia, Il metodo di Maigret e altri scritti sul giallo, Milano, Adelphi 2018, pp. 14-15]