Al salone del libro due

sabato 14 Maggio 2011

Al salone del libro di Torino di quest’anno la nazione ospite è la Russia: ci sono degli scrittori russi che parlano dei loro libri e degli scrittori italiani che ne parlano anche loro. Avevano chiamato anche me, a parlare dei libri di Sanaev e di Prilepin, però poi ci son stati dei problemi, io non li avevo letti e non ero sicuro di avere il tempo per leggerli non sapevo neanche bene di cosa parlare, abbiamo deciso che era meglio se stavo a casa. Infatti adesso sono a casa e, come succede, mi è venuto in mente di cosa avrei potuto parlare. Avrei detto, credo, che io, che leggo prevalentemente libri russi scritti in russo da dei russi, in occasione di questo salone del libro di Torino mi sono accorto che degli ospiti russi non ho letto neanche un libro. E, a pensarci, mi sono accorto che, tra i russi, io leggo quasi esclusivamente libri di gente che è già morta. E mi sarebbe tornata in mente una poesia di Vivien Lamarque: «Siamo poeti, vogliateci bene, da vivi di più, da morti di meno, ché tanto non lo sapremo». E credo che avrei finito così, se fossi andato. Invece son stato a casa.

[Dovrebbe uscire oggi su Libero]