A proposito di nuove tecnologie
L’altra mattina, non erano neanche le otto del mattino, ho fatto un bancomat, e quando il bancomat mi ha chiesto se volevo la ricevuta, gli ho detto di no, e poi mi son ricordato del primo anno che avevo il bancomat che tenevo tutte le ricevute. Avevo una busta di plastica e c’eran dentro tutte le ricevute che io pensavo fossero una cosa preziosa. Dopo poi le ho buttate. Che, anche come documenti, non si sapeva neanche come metterli insieme, stavan tutti attorcigliati, c’era l’inchiostro che dopo un po’ colava giù, che anche quella carta lì delle ricevute non è una bella carta, è una carta chimica che non è fatta per essere conservata, è fatta per essere buttata via, e infatti io le ho buttate via. E sempre a proposito di nuove tecnologie, io da pochissimo tempo ho uno smartphone, uno di quei telefoni che puoi fare un sacco di cose, guardare la posta elettronica, mandare le email, registrar dei discorsi, fare dei video, e tante altre cose, e i giorni prima che mi arrivasse pensavo che ci sarebbero stati dei gran cambiamenti, nella mia vita, con questo smartphone, e invece non è cambiato praticamente niente, e mi continua a telefonare pochissima gente. E mi è venuto in mente quando avevo tredici anni che pensavo che l’anno dopo, quando ne avrei avuti quattordici e avrei potuto guidare il motorino, la mia vita sarebbe stata una vita con dentro una libertà e un’indipenza che io non avevo mai provato una libertà e un’indipendenza simili, prima. Invece poi dopo ho compiuto quattordici anni, e la libertà e l’indipendenza non sapevo neanche dove stavan di casa. Nonostante il motorino. Che era un motorino che era stato di mio nonno, a tre marce, un Malaguti, grigio e azzurro, e non c’era tanto da vantarsene. E non potevo neanche esser geloso di mio fratello, che aveva un Garelli verde pisello. A proposito di nuove tecnologie.
[Uscito ieri su Libero]