A cosa servono

mercoledì 30 Novembre 2011

Cioè era un romanzo lunghissimo, l’ho già detto, era un lavoro faticosissimo e aveva delle conseguenze anche sulla mia schiena, cominciavo a avere degli anni, non ero mica più un ragazzino, e da ragazzino avevo fatto anche un incidente che mi si eran rotti dei cosi, lì’, nella schiena, delle ossa, ma piccole, che il medico, quando avevo fatto la visita mi aveva detto che adesso non era niente, me ne sarei accorto poi a diventar vecchio e adesso, dopo la traduzione di Oblomov, ero diventato vecchio, cioè forse non ancora vecchissimo, quarantotto anni, però tradurre dei romanzi così lunghi, secondo me, faceva invecchiare prima, difatti ne dimostravo anche di più, ne dimostravo già quarantanove, o anche cinquanta, prima di cominciare la traduzione, dopo che avevo finito la traduzione, sei mesi dopo, anzi otto, ne dimostravo cinquantatre o cinquataquattro, sembravo il nonno della Battaglia, anche prima sembravo il nonno della Battaglia, ma dopo di più.

[Da A cosa servono i gatti, in preparazione]