A braccio

giovedì 23 Ottobre 2008

Quest’estate sono andato a Bologna, in in un giardino sui viali, a vedere la presentazione del libro di un mio amico, con il quale ci eravam ripromessi, prima della presentazione, di bere un caffè.
Sono arrivato appena in orario, non c’era ancora nessuno. Solo il mio amico e un gruppo di anziani che però erano lì a parlare e a bere, ce n’era uno che aveva la sua bottiglia di vino appoggiata per terra, a portata di mano; le altre, delle donne, bevevan dell’acqua.
Non c’era neanche l’organizzatore, solo questo gruppo di anziani, il mio amico, e un barista, dietro il suo bancone, magro magro e molto ordinato, con la sua maglietta Heineken verde e il suo grembiule nero da barista.
Non aveva la macchina del caffè.
Avevamo chiesto due coche, contengono caffeina, ne aveva solo una.
Allora ci eravamo incamminati lungo i viali, a cercare un bar aperto, non c’era neanche un bar aperto, era domenica sera. Eravamo tornati indietro, c’erano tre persone, e era arrivato l’organizzatore, che aveva piazzato un tavolo con sopra un telo nero e una ventina di libri. Dov’è il microfono? gli aveva chiesto il mio amico. Non c’è, gli aveva detto l’organizzatore. Non può parlare a braccio? gli aveva chiesto.

Si era deciso di aspettare ancora un quarto d’ora, se magari fosse venuto qualcun altro, magari i poeti che avrebbero dovuto partecipare all’incontro successivo, ci sarebbe stato un incontro successivo.

Avevo chiesto al mio amico che roba era, questa presentazione, lui mi aveva risposto che era una rassegna.
Avevo preso un programma, c’erano una quarantina di date, quella del mio amico era l’unica serata in cui si presentava un libro. Il resto del programma prevedeva corsi di salsa per principianti e non, varietà sociomusicali, burraco sotto le stelle, un mercato di prodotti tipici dell’Unione dei comuni della val Samoggia, gare di improvvisazione poetica, uno spettacolo teatrale intitolato Un cappello per l’Africa, una serie di serate intitolate Campionato nazionale di poesia, incontri sul sostegno alla genitorialità, un incontro (a numero chiuso) dedicato ai cani e ai loro proprietari intitolato Quali cani? Per quali proprietari?, una diretta con Radio International, una festa della famiglia con giochi, spettacoli, ambiente, educazione alimentare e energia solare, un altro mercato di prodotti tipici dell’unione dei comuni della val Samoggia, un’altra giornata del campionato nazionale di poesia, una serata dedicata alla lirica del clavicembalo e della parola recitata, una serata di discussione sul tema Quando il disabile diventa anziano, un altro incontro (a numero chiuso e con prenotazione obbligatoria) dedicato ai cani e ai loro proprietari sul tema Le uscite: guinzaglio e comunicazione.

Gli anziani, dopo dieci minuti, si sarebbero alzati e si sarebbero incamminati, tornavano a casa. Una di loro, prima di montare sulla sua moto a quattro ruote, avrebbe preso una copia del libro del mio amico e l’avrebbe messa nella borsa. Il mio amico le sarebbe andato addietro dicendole Scusi, sa, è a pagamento. Lei si sarebbe molto scusata avrebbe posato subito il libro, poi sarebbe montata sulla sua moto a quattro ruote sarebbe uscita sullo stradello che portava sui viali con un’autorità che sarebbe sembrata la regina d’Africa.

Dopo dieci minuti di presentazione, un addetto a quel posto avrebbe messo in moto una falciatrice. Ci saremmo girati tutti a guardarlo, lui avrebbe spento avrebbe detto No, niente, la volevo provare.