27 maggio – Milano
Sabato, 27 maggio,
a Milano,
al Ghe pensi mi,
alle 21,
dentro il
Festivalino,
Bassotuba non c’è,
più o meno.

Sabato, 27 maggio,
a Milano,
al Ghe pensi mi,
alle 21,
dentro il
Festivalino,
Bassotuba non c’è,
più o meno.
Martedì 30 maggio, a Marsala,
nella Sala Conferenze del
convento del Carmine,
alle 18,
Vi avverto che vivo
per l’ultima volta.
Mercoledì 31 maggio,
a Palermo,
alla libreria
Modus Vivendi,
alle 18 e 30,
Vi avverto che vivo
per l’ultima volta.
Ieri per strada ho visto la giornalista che, nel 1999, mi aveva chiesto Ma lei… lei cosa sente quando scrive?, e io le avevo risposto La radio. E lei mi aveva detto Ma nooo! Dentro! E io avevo pensato Ecco. Ho fatto finta di niente. Anche lei.
Che Parma, non so perché, o meglio, lo so, c’è questa idea che Parma sia una città con una grande inclinazione musicale: Una sinistra inclinazione musicale, scrive Bruno Barilli dentro un suo libro, ed è vero, probabilmente, Parma è una città che con la musica ha molto a che fare, solo che, se si guarda l’Emilia, nel suo complesso, i cantanti, prendiamo per esempio i cantanti o i cantautori o i gruppi di Bologna Modena Reggio Emilia: Guccini, Dalla, Morandi, Carboni, Luna pop, Cremonini, Bersani, Ligabue, Vasco Rossi, Modena City Ramblers, CCCP, Offlaga disco pax, Equipe ottantaquattro, I nomadi, CSI, Cisco, Ferretti, Zucchero, Mingardi, PGR, I ladri di biciclette, Irene Fornaciari, Paolo Belli, Giardini di Mirò, Nek, Pavarotti, Üstmamò, Skiantos, Stadio, il fratello di Ligabue, il figlio di Morandi, Caterina Caselli, Orietta Berti, Iva Zanicchi, Pierangelo Bertoli, Beppe Starnazza, Astro Vitelli e molti altri che non mi ricordo.
A Parma, chi c’è?
I corvi, e Scialpi.
[Quest’estate, probabilmente, l’8 luglio, probabilmente, facciamo, con l’usignolo, Tutto tranne che il liscio a Bologna, seguono dettagli]
Tre cose: non avevo voglia di andare a correre, adesso sono uno che c’è andato; la Battaglia mi prende in giro per le foto storte che metto qui, un motivo per metterne altre; oggi in Emilia c’è il sole. Buongiorno.
E le mattine che penso che andrà tutto malissimo mi calmano molto. Non ce la farò mai, non ce la farò mai, penso. Bene bene bene bene.
Mi torna sempre fuori questa foto che mi ha fatto Togliatti in Islanda nell’estate del 2020 mentre faccio una cosa che faccio sempre quando sono in vacanza: sbuffo. Anche quando non sono, in vacanza, sbuffo.
A me piace molto come disegna Hugo Pratt, da piccolo mi mettevo lì, al pomeriggio, a copiare i disegni di Hugo Pratt. Mi piacciono molto anche le litografie di Giorgio Morandi, mi viene da tirar delle righe. Adesso, non lo so, ma mi immagino che quando hanno chiesto, se qualcuno l’ha mai chiesto, a Hugo Pratt e a Morandi Quando ha cominciato a disegnare? loro abbiano risposto Non ho mai smesso. Ecco a me piacciono, in generale, quella gente lì, che non smettono. Non so se si capisce. Che non smettono mai. Che non smettono mai di provare a stare al mondo come si deve.
Io sono quello che non ce la faccio.
[Sabato, 27 maggio, a Milano, al Ghe pensi mi, alle 21, nel Festivalino, Bassotuba non c’è, più o meno]
Ieri a Torino ho parlato della prima poesia di Chelebnikov che ho letto nella mia vita, nella biblioteca Guanda di Parma, nel 1991, forse, e ho detto che, di quel momento lì, io mi ricordo tutto, e mi succede sempre quando incontro dei libri potenti, che il fatto di essere dentro nel libro non annulla il mondo, ma fa diventare il mondo più mondo. Una mia amica, dopo la lettura, mi ha ricordato che, la prima volta che ho parlato di questa cosa in un libro (Pancetta) la chiamavo la vivificanza.
E a me è tornato in mente, per l’ennesima volta, quel che ha detto Viktor Šklovskij a Serena Vitale. «Cosa facciamo nell’arte? Resuscitiamo la vita. L’uomo è così occupato dalla vita che si dimentica di viverla. Dice sempre Domani, domani. E questa è la vera morte. Qual è, invece, il grande successo dell’arte. È la vita. Una vita che si può vedere, sentire, vivere in modo palpabile».
Buongiorno.
Occasionissima.
[Grande edizione del Salone, per me. Grazie a tutti]
Mi sono dimenticato a Casalecchio la borsa che ho comprato a Pietroburgo quest’estate. Stasera al salone del libro farò vedere queste due foto. C’è scritto Da Pietroburgo con apatia e indifferenza. Buongiorno.