Guardi che è normale

martedì 25 Settembre 2012

«Ma lo sa che non riuscivo più a parlare? Dicevo solo sì, sì, sì, no, no, no…» Ottantaquattro anni, scende dalla bicicletta e si ferma a salutarmi. «È che ero andata a letto così contenta, perché, sa, vivo da sola, mio marito è morto due anni fa, e allora quella sera lì, quella del terremoto, mia nipote dice: “Nonna, mi fermo a dormire da te”. Mio dio, come ero contenta! e dormivo così bene, così bene, poi a un certo momento (pausa) sento come (pausa) ho detto ma cos’è (pausa) era un pezzo di soffitto che mi era caduto sul cuscino (pausa) ho detto (pausa) non riuscivo più a parlare. La dottoressa mia ha detto: “Guardi che è normale con uno spavento così, vedrà che passa”. Io allora ho pensato “devo darmi forza” e vede che adesso parlo? Solo che casa mia non c’è più e io alla mia età e senza soldi dove vuole che vada? /…/ Be’, la saluto e speriamo bene.»

[Marinella Manicardi, Siamo aperti, in AA VV, Alzando da terra il sole, Milano, Mondadori 2012, p. 42]