Una vera rivoluzione sociale

giovedì 17 Novembre 2011

La bicicletta è una vera rivoluzione sociale, al punto di dare fastidio a qualcuno.
I preti condannano l’uso della bicicletta da parte delle donne, che “perdono la compostezza femminile”, e da parte dei giovani, che disertano gli oratori e le funzioni religiose, soprattutto la domenica mattina, per andare a fare un “un giro in bici” magari fino alle Basse di Stura o addirittura fino al lago di Avigliana.
I tabaccai si lamentano: dicono che c’è un calo nelle vendite dei sigari perché chi va in bicicletta non fuma.
Anche i librai sostengono che per colpa del velocipede si legge di meno e si comprano meno libri.
Perfino gli orologiai hanno da recriminare, convinti che ormai il regalo più gradito dai ragazzi non sia più l’orologio, ma la bicicletta.

[Giorgio Caponetti, Quando l’automobile uccise la cavalleria, Milano, Marcos y Marcos 2011, p. 257-258]