Una cosa minuscola

martedì 13 Gennaio 2015

Dopo, mercoledì sera, leggo, a Bologna, ad Atelier sì, in via Sanvitale, Il sogno di un uomo ridicolo di Dostoevskij (da Tre matti), e poi leggo un breve discorso senza titolo che contiene anche questa minuscola pièce di Daniil Charms:

Gogol’ (cade in scena da dietro le quinte e se ne resta pacificamente sdraiato).
Puškin (entra, inciampa in Gogol’ e cade): Maledizione! Non sarà mica Gogol!
Gogol’ (tirandosi su): Che schifo, non si può riposare un attimo! (Si allontana, inciampa in Puškin e cade). Non mi sarà mica capitato tra i piedi Puškin!
Puškin (tirandosi su) Non c’è un attimo di pace! (Si allontana, inciampa in Gogol’ e cade). Maledizione! Non sarà mica ancora Gogol’.
Gogol’ (tirandosi su) Ce n’è sempre una! (si allontana, inciampa su Puškin, e cade). Che schifo! Ancora Puškin!.
Puškin (tirandosi su) Ma questo è teppismo! Vero e proprio teppismo! (si allontana, inciampa in Gogol’ e cade). Maledizione! Ancora Gogol!
Gogol’ (tirandosi su): Ma questa è una presa in giro! (Si allontana, inciampa in Puškin e cade). Ancora Puškin!
Puškin (tirandosi su): Maledizione! É proprio una maledizione! (Si allontana, inciampa in Gogol’ e cade) Gogol’!
Gogol (tirandosi su) Che schifo! (Si allontana, inciampa in Puškin e cade). Puškin!
Puškin (tirandosi su): Maledizione! (Si allontana, inciampa in Gogol’ e cade al di là delle quinte) Gogol’!
Gogol (tirandosi su): Che schifo! (esce di scena).
Da dietro la scena si sente la voce di Gogol’: Puškin!

che sembra che non c’entri niente, e forse non c’entra niente davvero.