Un piccolo sigaro paglierino

lunedì 12 Novembre 2018

Nonostante il loro matrimonio durasse da più di otto anni, ciascuno dei due offriva ancora all’altro o un pezzetto di mela, o una piccola noce, e parlava con voce così dolce da essere toccante, esprimendo un amore perfetto: “Spalanca, anima mia, la tua boccuccia, ti metto questo pezzetto”. Va da sé che la boccuccia si apriva in quei casi in modo molto grazioso. Per il compleanno venivano preparate delle sorprese, una qualche foderetta di perline per lo spazzolino da denti. E assai spesso, sedendo sul divano, all’improvviso, senza che assolutamente se ne conoscesse la ragione, l’uno abbandonando la sua pipa, l’altra il suo lavoro, se solo in quel momento lo teneva in mano, si stampavano l’un l’altra un così languido e lungo bacio, che nel suo corso si poteva facilmente fumare un piccolo sigaro paglierino. Per farla breve, essi erano, come si dice, felici.

[Nikolaj Gogol’, Anime morte, Capitolo II]