Un naso di Gogol’

giovedì 20 Settembre 2018

Era stato colpito da una scena molto insolita.
Davanti a lui sedeva Schiller, non lo Schiller che aveva scritto il “Guglielmo Tell” e la “Storia della guerra dei trent’anni”, ma il celebre Schiller che faceva il lattoniere in via Meščànskaja. Vicino a Schiller c’era Hoffmann, non lo scrittore Hoffmann, ma un calzolaio abbastanza bravo di via Oficèrskaja, grande amico di Schiller. Schiller era ubriaco e stava seduto battendo un piede e dicendo qualcosa con fervore. Tutto ciò non avrebbe ancora stupito Pìrogov, ma lo aveva stupito la stranissima posa dei due. Schiller sedeva sporgendo in fuori il suo naso abbastanza grosso e con la testa voltata verso l’alto; Hoffmann lo teneva per il naso con due dita e faceva volteggiare la lama del suo coltello da calzolaio vicino alla sua superficie. Entrambi i soggetti parlavano in tedesco perciò il tenente Pìrogov, che in tedesco sapeva dire solo “Gut Morgen”, non poteva capire niente di tutta la faccenda. Comunque, le parole di Schiller erano le seguenti:
«Non lo voglio, non mi serve il naso», diceva agitando le braccia. «A me, solo per il naso, mi ci vogliono tre libbre di tabacco al mese. E spendo, in un lurido negozio russo, perché in un negozio tedesco il tabacco russo non lo vendono, spendo, in un lurido negozio russo, 40 copeche per ogni libbra. Cioè un rublo e venti copeche; dodici volte un rublo e venti copeche: quattordici rubli e quaranta copeche! E i giorni di festa annuso rapè, perché non voglio fiutare, nei giorni di festa, del lurido tabacco russo. In un anno fiuto due libbre di rapè, a due rubli la libbra. Sei e quattrodici, venti rubli e quaranta copeche solo di tabacco. Io sono un tedesco di Svevia; io ho un re in Germania. Il naso non lo voglio! Tagliami il naso! Ecco il mio naso!».

[Nikolaj Gogol’, La prospettiva Nevskij]