Un inglese interessante

lunedì 23 Ottobre 2017

E così, era passato un anno. Un anno esatto che ero arrivato in questa appartamento. E allora, come adesso, oltre la finestra pendeva un velo di pioggia, e avvizzivano le ultime foglie gialle sulle betulle. Sembrava che intorno niente fosse cambiato. Ma io ero molto cambiato. E, perfettamente solo, avrei festeggiato una serata di ricordi. E, sul pavimento scricchiolante, ero entrato nella mia stanza da letto e mi ero guardato allo specchio. Sì, una bella differenza. Un anno prima, nello specchio che avevo tirato fuori dalla valigia, si era riflesso un volto rasato. Una riga da una parte abbelliva allora una testa ventitreenne. Adesso la riga era sparita. I capelli erano pettinati all’indietro senza tante pretese. Con la riga da una parte non affascini nessuno, a trenta verste dalla ferrovia. La stessa cosa vale per la rasatura. Sul labbro superiore si era consolidata una striscia, simile a un duro spazzolino da denti ingiallito, le guance erano diventate come una grattugia, di modo che era un piacere, se mi prudeva un braccio nel corso della giornata, grattarmelo con la guancia. Succede sempre così, se non ci si rade tre volte la settimana ma una volta sola.
Ecco, ho letto una volta, da una qualche parte… non mi ricordo dove… di un inglese che abitava in un’isola deserta. Era un inglese interessante. Era rimasto sull’isola fino ad avere delle allucinazioni. E quando una nave si era avvicinata all’isola e dalla nave era partita una scialuppa di uomini che volevano salvarlo, lui, l’eremita, li aveva accolti a colpi di pistola, prendendoli per miraggi, inganni della grande, vuota, distesa marina. Ma era rasato. Si faceva la barba tutti i giorni, sull’isola deserta. Ricordo che mi aveva suscitato un grande rispetto, questo fiero figlio della Bretagna. E quando ero venuto qui, nella valigia avevo un rasoio di sicurezza Gillette, e una dozzina di lamette, e un rasoio a mano libera e un pennello. E avevo fermamente deciso che mi sarei fatto la barba tutti i giorni, perché il posto in cui ero non era affatto peggiore di un’isola deserta.

[Esce il 16 novembre, se tutto va bene]