Tredicesimo quaderno

mercoledì 1 Ottobre 2014

copertinassesolomucca 

 

 

 

 

 

 

 

 

Dal tredicesimo quaderno della scuola elementare di scrittura emiliana:

Compito dell’imitazione: scrivete un’imitazione di questa lettera di Karl Valentin a sua figlia: Egregia figlia,
facendo riferimento al nostro ultimo incontro a Monaco del 5 Agosto 1931, mi permetto ora cortesemente di inviarti il conto della tua esistenza, sperando che tu sia d’accordo sui prezzi.
Spese per levatrice, pagate il 21 settembre 1910: Marchi 20,00
1 vaschetta da bagno in latta: marchi 6,00
Acqua tiepida, per 6 anni, 10 pfennig al giorno: marchi 219,00
Consumo di spugna, per 6 anni, 5 pfennig al giorno: marchi 108.50
1 fasciatoio e corredo per neonato: marchi 100,00
1 litro di latte al giorno, per circa 6 anni,
pappa di pan grattato : marchi 438,00
Risarcimento per i dolori del parto calcolati dalla
madre al minimo prezzo : marchi 100,00
PERIODO SCOLASTICO:
Tassa di iscrizione: marchi 2,20
Abbigliamento scolastico: marchi 500,00
Libri scolastici: marchi 90,00
Merenda per l’intervallo del mattino e merenda per
l’intervallo del pomeriggio,
compreso il sabato pomeriggio,
in totale 1386 giorni: marchi 29,00
Pranzo e cena 1 marco al giorno fino a 21 anni: marchi 6.550,00
½ litro di birra al giorno, 30 pfennig
a partire dai 10 anni: marchi 1.204,50
Denaro per le piccole spese dai 7 ai 21 anni: marchi1.000,00
Fatta fotografare 5 volte : marchi 40,00
Cure mediche e cauterizzazione di 16 ½ verruche
alla mano destra: marchi 120,00
Tasse ecclesiastiche: marchi 200,00
Tasse scolastiche: marchi 150,00
1/5 litro di caffè al giorno a 15 pfennig: marchi 1.120,00
12 litri d’acqua al mese Non calcolati
Taglio di capelli alla maschietta marchi 5,00
Shampoo per 6 anni, 3 marchi alla settimana marchi 936,00
Spese in contanti per cinema, teatro,
sale da ballo, ecc.: marchi 3.570,00
Vestiario dai 14 ai 21 anni, 500 marchi l’anno
inclusa biancheria: marchi 3.144,00
Lezioni di francese, inglese, letteratura: marchi 540,00
Lezioni di pianoforte e chitarra: marchi 700,00
Viaggio a Königsberg: marchi 83,00
Francobolli e telefonate a Königsberg: marchi 150,00
Totale: Marchi 24.625,20
In considerazione del fatto che sei carne
della mia carne e sangue del mio sangue ho praticato
il 10% di sconto: marchi 2.462,50
Totale: Marchi 22.162,70
Da pagarsi entro otto giorni, in caso contrario sarei costretto, mio malgrado, a intraprendere un’azione legale. Con distinta stima.
Karl Valentin

Caro,
Io vorrei ci ricordassimo, nelle cose della nostra vita, che possiamo far di conto.
Io vorrei che prima che le cose vadano alla malora, alla deriva, allo sbando, prima che deviino da questo percorso cui le abbiamo indirizzate assieme, tenessimo la contabilità di quel che è stato fatto o detto, perché alla fine, son convinta, faremmo patta.
Il 7 febbraio alle 14:30 in cucina hai fatto per me un uovo alla coque, che era da quando mia madre diede via le galline che non lo mangiavo.
Tre anni fa, l’8 dicembre, in un giorno che è pure festa, ti ho rammendato un calzino. Ricordo quello e non gli altri perché un calzino di festa, col fastidio che mi dà infilare il pugno dentro la stoffa lisa e il rischio di pungermi, mi pare conti il doppio.
Del resto mi hai portato in macchina a fare la spesa quel sabato che pioveva forte in aprile e avevi le ossa rotte, e hai portato su per le scale più borse, forse anche la cassa dell’acqua, prima che anche noi si cominciasse a essere sensibili a queste cose ecologiche, l’acqua del sindaco si dice, a me pare che sia di tutti ma non sua propria personale.
Ho sopportato tua madre 170 volte in più di quanto tu abbia patito la mia, ma tu hai giocato 153 volte di più con il mio nipote maggiore che voleva salirti sulla schiena con le ginocchia e i gomiti come uno scalatore.
Ho scelto il mare per le nostre vacanze 23 estati su 38, indubbiamente la maggioranza, ma tu hai deciso la carta da parati, che mi pare stia lì tutti i giorni, lei che guarda noi, noi che non la vediamo neanche più.
Non hai avuto da ridire, devo ammettere, sulla mia passione per l’agrodolce e la scelta delle piante; dal canto mio ho accolto la tua collezione di cravatte mordendomi la lingua per l’aggiunta di ogni nuova, peggiore. Micro fantasie di cui voglio solo citare i sottomarini, le impronte d’orso, la bandiera dell’isola di Udo, i segugi, le ruote di bicicletta, i velocipedi, i velociraptor, i velieri.
So che non ami le mie tazze da tè anticate, ma avendo tu fracassato quella con le rose rosa pallido presa a Vignola dal conoscente della Zia Eliana, lanciata e fracassata in un moto di rabbia contro il muro della cucina il giorno che venne giù quello di Berlino, possiamo chiuderla qui.
Non hai mai aggiustato la tavoletta del water, così che quando ci sediamo c’è sempre il brivido di scivolare lateralmente, una sensazione che mi ricorda le giostre; io non ho mai messo mano alla tenda a pacchetto rimasta impigliata a metà altezza in salotto, così che quando ti stendi la domenica pomeriggio a leggere il giornale, l’unico giorno che puoi startene lì con la pipa spenta da quella brutta bronchite che ti venne di giugno 23 anni fa per cui iniziarono le estati al mare pure se volevi tornartene di nuovo a Montefiorino, ecco quando ti stendi, per via della tenda, ti arriva una lama di luce proprio sulla rubrica degli sport minori, tu che cerchi le notizie della pallamano, e questo sole che ti sfianca lo sguardo.
Ti ho detto innumerevoli volte in più il bene che ti voglio; del resto, mi hai ripetuto senza esitazione, contro la noia, l’evidenza, il rilassamento del mio sedere, che sono bellissima.
Sei abituato a dirmi buongiorno, a me viene meglio augurarti la buonanotte. Russi, ma nei sogni ogni tanto mi baci; io sono una pietra dal sonno imperturbabile, non ti do fastidio, ma neanche attenzione. Per quel che riguarda le cose del sesso, arrossisco a metterle scritte, ma, a ragion veduta, mi pare che non ci sia da recriminare. C’è stato sì un momento di stanchezza, allora che cominciai a mettere le sottane di seta pure d’inverno per attirare la tua attenzione. E finii invece per raffreddarmi e russare pure io, e tu mi dicesti di smettere, che tanto l’importante era sotto, me lo dicesti col sorriso, sfrugugliandomi la pancia e poi i seni e dal solletico al fare l’amore fu un passo di 2 minuti. Ti ripresi col raffreddore, non con le sottane, e l’ho sempre pensato che sia la tenerezza che cementa le cose, la tenerezza che ci muoviamo a vicenda.
Tu dici l’amore non è una cosa della matematica, è una cosa che riguarda il venire, venire bene, venire meno, venire. Io ti dico invece che faremmo bene a metterci a tavolino e far di conto, perché vedrai, credimi, finiremmo pari, anzi a zero, come in una perfetta somma algebrica, piena soltanto di quante cose possiamo ancora per i giorni a venire.
(Chiara Spaziani)