Tre mesi di anticipo

venerdì 2 Agosto 2019

Noi, ai nostri tempi, e forse anche voi, eravamo più stupefacenti, che contenti.
Evgenij Dmitrievič Polivanov, da giovane, dopo aver letto «I fratelli Karamazov», ha fatto una scommessa con i suoi compagni di liceo che avrebbe tenuto la mano sul binario intanto che passava il treno e non l’avrebbe ritratta. E la locomotiva gli ha tranciato la mano sinistra.
Questo l’ha fatto rinsavire, ha cominciato a studiare. Prima ha studiato il coreano, poi il cinese, poi le lingue delle filippine, conosceva tutti i dialetti turchi e scriveva, con la mano che gli era rimasta, nei questionari, che «era un analfabeta totale nella lingua dei botocudi». I botocudi sono un popolo dell’America dei sud i cui rappresentanti si forano, con una cannuccia, il labbro inferiore. «Se fosse necessario conoscere il botocudo – scriveva poi nel questionario – prego avvisarmi con tre mesi di anticipo».

[Viktor ŠKlovskij, Racconto sull’OPOJAZ, in Formal’nyj metod. Antologija russkogo modernizma, Kabinetnyj učenyj, Moskva-Ekaterinburg 2016, p. 285]