Sul repertorio dei matti della città di Bologna

giovedì 28 Maggio 2015

[Questa intervista, di Emuanuela Giampaoli, dovrebbe essere uscita su Repubblica Bologna]

Nori come nasce questo libro?
«Il modello è il “Repertorio dei pazzi della città di Palermo” di Roberto Alajmo, che è uscito qualche anno fa; poi è successo che una volta, nel 2013, ero a Genova, mi è sembrato che i genovesi fossero tutti un po’ squinternati, ho pensato Perché non facciamo il repertorio dei matti della città di Genova. Poi quando son tornato a Bologna, guardandomi intorno ho pensato che anche i bolognesi erano un po’ squinternati. E mi è venuta in mente un’opera di Learco Pignagnoli, tratta da “Le opere complete di Learco Pignagnoli” di Daniele Benati, la numero 13 che dice: “Opera numero 13. Tranne me e te, tutto il mondo è pieno di gente strana. E poi anche te sei un po’ strano”. Così ho proposto la cosa a Marcos y Marcos e abbiamo organizzato dei corsi a Bologna, Milano, Torino, Roma e Cagliari e adesso sono usciti i primi due libri, quelli di Bologna e di Milano, e stasera presentiamo quello di Bologna.

Quel è stato il risultato, al di là del libro?
«Diceva Giorgio Manganelli “un matto è un capolavoro inutile”, con questo libro abbiamo cercato di tirar fuori questi capolavori della città di Bologna. La maggior parte di loro non sono personaggi storici, sono personaggi che conosciamo ma che di solito nei libri non entrano, è un libro che racconta una storia marginale e forse, proprio per questo, preziosa.

Ci sono anche i matti famosi. Come Giorgio Morandi, Carducci o Eraldo Pecci. Come mai?
«Perché han dato origine a delle storie che ci sono piaciute, come quella di Pecci che diceva che la terra è rotonda, il pallone anche, non valeva la pena di correre, sarebbe comunque passato dalle sue parti».

E c’è anche lei…
I partecipanti al repertorio bolognese mi hanno messo tra i matti di Bologna, ne sono onorato.

Che cos’è per lei la follia?
«C’è una poetessa russa, Anna Achmatova, che diceva che la vita è orribile e meravigliosa. La follia, credo, è qualcosa di simile».

Domani esce anche il suo ultimo libro, La piccola Battaglia portatile in cui racconta il suo rapporto con sua figlia. Un libro divertente e commuovente. Perché l’ha scritto?
Ho l’impressione che questo libro, La piccola Battaglia portatile, si sia scritto da solo negli ultimi dieci anni, dodici pagine all’anno, una pagina al mese, circa.