Se no magari niente

martedì 13 Novembre 2012

Se uno andava sul sito di Nichi Vendola (www.nichivendola.it) quattro giorni fa, la prima cosa che vedeva era l’agenda, dove c’era scritto che Vendola, al mattino del 10 novembre, alle 10, sarebbe stato a Pistoia, al mercato, alle 11 e 45 a Prato, al cinema Terminale, alle 16 e 30 a Pisa, alle Logge dei Banchi, alle 18 a Massa, in piazza Mercurio, alle 19 e 45 a Pietrasanta, in Piazza Crispi e alle 21 a Empoli, al Palazzo delle esposizioni.
Poi, l’11 novembre, diceva l’agenda, Nichi Vendola alle 10 e 30 sarebbe stato a Piombino, al Palasport, alle 11 e 45 a Grosseto, al cinema Stella, alle 17 a Siena, al Cinema Metropolitan, alle 18 e 30 a Firenze, alle librerie Edison e alle 21 e 30 ad Arezzo, alla Sala Borsa Merci.
Poi, il giorno 12 novembre, ieri, alle 20 e 30 Nichi Vendola sarebbe stato a Milano, allo studio di Assago, il posto da dove, di solito, va in onda x factor, per il dibattito con gli altri candidati alle primarie del centro sinistra.
Allora, quattro giorni fa, a uno che fosse andato sul sito di Vendola, sarebbe venuto da chiedersi come mai in molti contestavano a Matteo Renzi il fatto che, da sindaco di Firenze, Renzi si era candidato alle primarie e passava la maggior parte del suo tempo fuori da Firenze e nessuno contestava a Vendola il fatto che, da governatore della Puglia si era candidato alle primarie e passava la maggior parte del suo tempo fuori dalla Puglia (ma forse era quello lì che era andato sul sito di Vendola che non era informato è c’era molta gente, viceversa, che glielo contestava).
Dopo, tre giorni fa, quello lì che fosse andato sul sito di Nichi Vendola avrebbe visto una scritta colorata, in alto a sinistra, e in alto a destra la faccia di Vendola disegnata come se fosse un fumetto, un Vendola stilizzato che sarebbe vagamente sembrato un pellerossa, una cosa che a quello lì sarebbe sembrata molto ben fatta, con la scritta di destra che ruotava ogni cinque secondi e con la prima che diceva: «L’Italia che frana, oppure Vendola»; la seconda invece diceva: «La solita Italia, oppure Vendola»; la terza invece diceva: «La finanza senza regole, oppure Vendola»; la quarta invece diceva: «Il massacro delle partite Iva, oppure Vendola»; la quinta invece diceva: «Il massacro della Diaz, oppure Vendola».
Cioè era come se Vendola, su internet, tre giorni fa, dal suo sito internet www.nichivenola.it, ci comunicasse che lui, Vendola, era il rimedio per tutti i mali.
Che quello lì che sarebbe andato sul sito di Vendola avrebbe pensato che, oh, in Italia per fortuna ciascuno poteva dire quello che voleva, ma a lui, tre giorni fa, era venuta in mente quella cosa scritta dallo scrittore russo Venedikt Erofeev, che una volta ha scritto che «Ci sono lingue nelle quali non esistono parole e espressioni offensive, e neanche indecenti. Per i malesi, per esempio, – ha scritto Erofeev, – l’offesa e l’ingiuria più grande è: “Non hai vergogna?”».

[uscito oggi sul foglio]