Questo parlar chiaro

sabato 1 Novembre 2014

Il prossimo 7 novembre, alla libreria Ambasciatori, a Bologna, insieme ad Andrea Pezzi, che è un assicuratore, parleremo della lingua delle assicurazioni che è una cosa un po’ strana perché io non so niente, della lingua delle assicurazioni. L’ultima volta che ho firmato un’assicurazione è stato l’anno scorso, prima di andare in Africa per Amref, un’associazione che aiuta i medici africani, e prima di partire mi han fatto firmare un’assicurazione sulla vita, che là non si sa mai (c’è anche la malaria). Si potrebbe quindi pensare che qualcosa ne so, della lingua delle assicurazioni, ne ho firmata una l’anno scorso, solo che io, quando devo firmare un’assicurazione, non la leggo mica, firmo e basta. Per me potrebbero scriverci qualsiasi cosa, io firmerei qualsiasi cosa, e l’anno scorso, firmare ho firmato, ma chi lo sa, cosa ho firmato, adesso che ci penso glielo chiedo ad Andrea Pezzi, la prima domanda che gli faccio: «Cosa mi han fatto firmare, – gli chiedo, – l’estate scorsa, quando sono andato in Africa per Amref?». Secondo me salteranno fuori delle cose interessanti, perché a me i gerghi, le lingue di un determinato gruppo sociale, mi interessano moltissimo. Questa settimana, per esempio, mi ha colpito il gergo della cosiddetta classe dirigente, quella che ha partecipato a un raduno che si è tenuto a Firenze e si è chiamato Leopolda 5, e in particolare mi hanno colpito due esponenti, della classe dirigente, Emanuela Marchiafava e Pina Picierno. La Marchiafava, che è assessore allo sviluppo economico e turismo della Provincia di Pavia, su un sito internet, ilpost.it, ha raccontato la sua esperienza alla Leopolda scrivendo: «Gli interventi di quattro minuti dal palco, sono stati limitati all’inizio e alla fine della kermesse; forse non concorrono alla composizione delle conclusioni, ma di certo compongono lo storytelling della Leopolda, tracciando con i case history, le good news e il parlar chiaro una mappa aggiornata di chi fa, di chi non si arrende in Italia». Ecco. Io, devo dire, questo parlar chiaro non l’ho capito mica tanto bene, ho capito meglio l’eurodeputato Pina Picierno che, in risposta a Susanna Camusso, che sembra avesse detto che il presidente del consiglio l’avevano messo lì i poteri forti, la Picierno ha ribattuto, in televisione: «Potrei dire, non lo farò, che la Camusso è stata eletta con tessere false». Ecco. In risposta a questa chiarissima non dichiarazione di Pina Picierno molti si sono offesi ma si vede che non l’hanno ascoltata bene, perché lei non l’ha detta, quella cosa. Anch’io, per esempio, a veder la Picierno, che ha avuto più di duecentomila preferenze alle elezioni europee, anch’io, dicevo, a veder la Picierno potrei dire, ma non lo farò, che quando ho sentito questa non dichiarazione della Picierno ho pensato all’opera numero 60 delle Opere complete di Learco Pignagnoli. E se qualcuno mi chiedesse com’è, l’opera numero 60, io potrei dire, ma non lo farò, che l’opera numero 60 fa così: «Opera numero 60. Era un coglione e ha fatto carriera. Non so come fanno a succedere queste cose. C’è dell’inspiegabile. Lo intervistano tutte le sere alle televisioni locali, dicono. Non so spiegarmelo. Era un coglione e ha fatto carriera». Tutto qui.

[uscito ieri su Libero]