Pubblicare

martedì 22 Giugno 2010

coptechne19-2

Un mio amico diceva: «è necessario scrivere, non è necessario pubblicare»; verità di un certo livello di profondità, che ritroviamo nel suo contrario, quello che sto vivendo: «è necessario pubblicare, non è necessario scrivere». A dimostrazione della fondatezza del mio assunto, mi permetterò di offrire al tipografo una riga inesistente:

come avete visto, la riga non c’è; a nessun titolo, neanche il più vago, essa è stata scritta; è una riga di nulla, e tuttavia è lunga esattamente quanto doveva essere lunga, ha un numero d’ordine nella pagina, mi avvicina alla conclusione della pagina. È una vera riga, non v’è dubbio; e pure, pur essendo stata pubblicata, non ha avuto bisogno di essere stata trascritta. Personalmente, considero quella riga bianca come l’unica riga dell’intero pezzo che sto scrivendo, l’unica che corrisponda con maniacale esattezza alla regola, alla legge di essere ‘pubblicata ma non scritta’. È una riga che pone molti ed ardui problemi di teoria della pubblicazione, e mi piacerebbe che da essa, da quella riga misteriosa e innocua, prendesse l’avvio una Retorica della Pubblicazione, o una Teoria del non-scrivere, o Princìpi finali della letteratura inesistente.

Giorgio Manganelli, in Tèchne nuova serie,19, Paian di Prato (UD), Campanotto 2010, p. 62