Parentesi

giovedì 16 Aprile 2009

Apriamo una piccola parentesi, che non ha a che vedere strettamente con il posto in cui vi trovate, ma che è una riflessione, se così si può dire, un po’ più generale. Adesso, certe cose son difficili, da dire, soprattutto da chi, come noi, che facciamo questa guida, non si occupa professionalmente di queste questioni; certo, abbiamo l’aiuto dell’istoreco, che ci ha dato le fonti e tutto, e ci ha corretto le sviste, ma l’abbiam scritta poi noi, l’audioguida, non abbiamo chiesto a loro di scrivercela, se no, noi a cosa servivamo, potevam stare a casa, solo che per chi non conosce benissimo la materia, da un lato è molto bello, perché fa delle scoperte, quella cosa lì del ghetto, che i palazzi son più alti, per esempio, o quella di cum nimis absurdum, o la storia dell’uovo di Pasqua, ma anche tante altre, non le conoscevamo, da un lato è anche bello, dall’altro è difficile dire qualcosa, così, di generale, su quel che è successo davvero in Italia, in quegli anni lì, senza necessaria e approfondita preparazione.
Però forse si può dire, in generale, che l’antifascismo, in Emilia, come in Italia, diventa un sentimento, come dire, diffuso, e evidente, in quegli anni lì, insomma, intorno al 43, ci sono delle manifestazioni, come quella del luglio del 43, che testimoniano, quantomeno, un diffuso sentimento antifascista, e antibellico, che prima, quantomeno, ammesso che fosse esistito, era rimasto, come dire, sottotraccia.

Anche se, fin da prima, ma fin dal 22, in Emilia, ci sono episodi che fanno pensare a una opposizione forte, al fascismo, e il primo episodio, e il più conosciuto, probabilmente, è quello di Parma, delle barricate, della gente dell’oltretorrente, della parte popolare della città, di là dal fiume, che poi è un torrente, il torrente Parma, che resiste ai fascisti guidati da Balbo, l’aviatore, che aveva attraversato l’atlantico, l’unica città che ha resistito, vittoriosamente, ai fascisti, è una città emiliana, è Parma, e com’è noto sugli argini del torrente in quei giorni compare la scritta: Balbo, tè pasè l’Atlantic mo miga la Pèrma.

Be’, in quegli anni lì, cioè due anni dopo, nel 24, qui a Reggio, in occasione delle elezioni in cui il partito nazionale fascista prenderà la maggioranza assoluta, elezioni che Matteotti contestò, in parlamento, e al presidente della camera che gli diceva Onorevole Matteotti, parli prudentemente, lui rispose Non parlo né prudentemente né imprudentemente, parlo parlamentarmente, e dopo pochi giorni lo rapirono, e poi lo ammazzarono, e Badoglio mandò una lettera di congratulazioni, Matteotti, in quel discorso che denunciava i metodi di quell’elezione, parlò del tipografo sindacalista Antonio Piccinini, di Reggio Emilia, che a Reggio Emilia, per avere accettato la candidatura dei socialisti al parlamento, venne visitato, a casa sua, da due fascisti e ucciso. E gli elettori reggiani, è stupefacente, lo votarono lo stesso e lo elessero, postumo, al parlamento. Chiusa la parentesi.

[è parte di un’audioguida che stiamo facendo, a Reggio Emilia, per il 24 aprile, con l’istoreco, l’arci, e 9 ragazzi delle scuole superiori di Reggio e provincia]