Pantaleone

venerdì 15 Maggio 2009

746003

Sono e mi chiamo Ivo Spaggiari, in arte Pantaleone, nato a Pratofontana di Reggio Emilia. Una sera del gennaio 1977, in occasione della serata conclusiva del Premio nazionale dei naïf, il signor Sindaco di Luzzara Fausto Alberini mi telefonò dicendomi di andare a prendere alla stazione ferroviaria di Reggio una giornalista del «Carlino», che doveva partecipare alla cena presso il Ristorante pizzeria da Dino, presente Cesare Zavattini. Mi disse che potevo partecipare anch’io con la fisarmonica.
Andai subito in garage a prendere la mia Millecinque a metano, ma dovetti passare prima dal carrozzaio per sistemare un parafango. Il carrozzaio (al quale diedi un mio quadro per ricompensa), forse inavvertitamente fece un buco nella parte destra della guida. Si vede che aveva forato un tubo, infatti uscì un getto che riempì d’acqua una scarpa della giornalista. Lei rideva vedendomi disperato. Alla cena mi dissero di suonare con la fisarmonica e di cantare l’inno dei naïf da me composto, ma ero talmente emozionato per la presenza di Zavattini, che non riuscivo a muovere le dita sulla tastiera. Allora la giornalista mi portò un bicchiere di grappa e incominciai a suonare andando avanti per più di mezz’ora, mentre tutti ridevano. Alla fine della cena tutti andavano da Zavattini per avere l’autografo. Volevo andare anch’io ma non avevo il coraggio. Venne allora la giornalista che mi prese per mano e mi portò davanti a lui. Gli diedi da firmare la pagina del catalogo della mostra dove era stampato un mio quadro intitolato La potenza di Zavattini. Lui, prima della firma, scrisse: «Pantaleone, liberati di Zavattini».

[Alfredo Gianolio, Pedinando Zavattini, Reggio Emilia, Diabasis 2004, p. 65]