Ogni tanto dopo mangiato

sabato 19 Agosto 2017

C’erano poi, specialmente nei paesi delle vallate che scendono verso Luino, i muratori, gl’imbianchini e gli stuccatori che da secoli andavano in Francia, in Svizzera e in Germania a lavorare, seguendo itinerari famigliari. E tanti cuochi e camerieri, quasi tutti nelle valli di Dumenza o di Colmegna e Maccagno, che arrivavano fino in Inghilterra. Qualcuno di questi che tornava coi soldi e si comperava un ristorante o un albergo, lo dotava di posate che portavano inciso il nome dei più grandi alberghi d’Europa. Le avevano rubate pazientemente, un poco alla volta, già col pensiero di mettersi un giorno per conto proprio nel mestiere.
Fu un imbianchino di Dumenza, tal Vincenzo Peruggia, che nel 1911, trovandosi a lavorare al Louvre, rubò la Gioconda di Leonardo da Vinci. Se la portò a Luino arrotolata nella sua valigia d’emigrante, poi a Dumenza dove ogni tanto, dopo mangiato, la tirava fuori da sotto il letto e la mostrava ai famigliari. Sarebbe ancora a Dumenza la Gioconda se il Peruggia un giorno non avesse pensato di venderla. Appena la srotolò all’Albergo Tripolitania di Firenze dove aveva appuntamento col direttore della Galleria degli Uffizi, venne arrestato e la Gioconda tornò a Parigi.

[Piero Chiara, Il piatto piange, Milano, Mondadori 1995 (VI), p. 6]