La prosa

domenica 15 Ottobre 2017

[D’Annunzio] Cantava, cantava, cantava “il selvaggio anelito, la gota che gronda, il lungo sforzo a testa bassa, i polsi tra le razze della rota, le spalle che sollevano la cassa e la portano, l’ordine del fuoco, la mira, il primo colpo nella massa nemica, il suolo raso, l’urlo roco delle strozze riarse ad ogni schiera abbattuta, l’allegro odor del gioco; o Ameglio, e il ferro freddo…” (sono, si capisce, versi, ma li trascrivo come prosa per vieppiù restituirli all’insensatezza e all’atrocità, poiché la prosa non perdona.

[Leonardo Sciascia, 1912+1, in Opere. 1984.1989, Milano, Bompiani 2002, p. 265]