Il mondo è pieno di gente che sta a casa – 5

domenica 5 Agosto 2012

Il due agosto, al mattino, con la Battaglia, abbiamo fatto un gioco che ogni tanto facciamo che lei ha fatto un disegno e io dovevo indovinare cos’era, a me sembrava la ruota della morte, invece era il tunnel dell’amore. Dopo abbiam preso l’autobus siamo arrivati alla stazione di Parma, dopo abbiam preso il treno siam tornati a Bologna e devo dire che, sia sull’autobus che sul treno, c’era l’aria condizionata, che non è che sia una cosa molto interessante da dire, però è successo così.
Dopo in stazione a Bologna siamo arrivati che era appena finita la manifestazione in memoria della strage del due agosto alla stazione di Bologna, c’era un palco vuoto, giallo di legno, con sopra scritto «Per non dimenticare», e intorno girava della gente vestita di nero che sembravano dei facchini o degli atrezzisti.
Dopo ci siamo messi lì ad aspettare l’autobus per andare a mangiare e è passato un autobus che non era il nostro, aveva una pubblicità, di fianco, che era la pubblicità della festa nazionale dell’unità, che non si chiama più così, si chiama Festa democratica, però per capire cos’è bisogna usare un nome che si capisca che a me mi sembra che sia il nome vecchio, non quello nuovo, che vuol dire che son vecchio, oramai, come quei signori che l’autobus lo chiamano tram, il Totocalcio lo chiamano Sisal e la Telecom la chiamano Sip.
La cosa strana, in quella pubblicità, è che c’era scritto che la festa nazionale dell’unità sarà a Reggio Emilia, e c’era un simbolo che era la Vela di Caltrava, che la Vela di Calatrava è un cavalcavia della stazione per l’alta velocità di Reggio Emilia.
Che una cosa ancora più strana, che se uno arriva con l’alta velocità a Milano, arriva nella stazione di Milano, se uno arriva con l’alta velocità a Firenze, arriva nella stazione di Firenze, se uno arriva con l’alta velocità a Torino, arriva nella stazione di Torino, se uno arriva con l’alta velcità a Napoli, arriva nella stazione di Napoli, se uno arriva con l’alta velocità a Parma, arriva nella stazione di Parma, se uno arriva con l’alta velocità a Reggio Emilia, adesso, arriva nella stazione di Reggio Emilia, tra qualche mese, quando saranno finiti del tutto i lavori, non arriverà più nella stazione di Reggio Emilia, ma in una stazione nuova, fatta apposta, un po’ a Nord, di Reggio Emilia, proprio davanti al nuovo stabilimento della Max Mara.
Che se uno deve andare al nuovo stabilimento della Max Mara, sarà comodissimo, se uno deve andare a Reggio Emilia, intesa come città, dovrà aspettare la coincidenza con un trenino che da quel punto lì, che chiameremo, per intenderci, punto stabilimento Max Mara, lo porti in città, a Reggio Emilia.
Tempo fa, quando erano appena cominciati i lavori, un po’ di gente a Reggio Emiila si è chiesta «Ma perché la fate lì, la stazione? E perché la fate fare a Calatrava che costa anche uno slubbio (che è la versione emiliana per “un’esagerazione”)?» Dopo, perché l’han fatta lì non si è mai capito, perché l’han fatta fare a Calatrava si è capito nel 2005, quando, in un’intervista al New York Times, Luigi Maramotti, patron della Max Mara, ha detto che Calatrava, l’aveva scelto lui. «L’ho semplcemente chiamato, – aveva detto, – e gliel’ho chiesto».
Adesso, a Reggio Emilia, ci sono già tre opere, di Calatrava, un cavalcavia e due altre cose che non si capisce a cosa servono però son molto coreografiche e poi, tra poco, ce ne saranno altre due, la stazione, e, sopra il casello dell’autostrada, un pennacchio calatravesco (che forse, però, mi hanno detto che quello, costava un po’ troppo, l’hanno tagliato).
E adesso quest’opera, non so come dire, non utilissima, forse, abbastanza costosa, piuttosto incomprenisbile, molto discutibile e sicuramente discussa, il Partito Democratico la prendono come simbolo della loro festa nazionale.
Che è una cosa che a me, che son vecchio, mi sembra stranissima, ho pensato l’altro giorno in stazione.
E mi è venuto in mente che, qualche giorno prima, la mamma della Battaglia, che ha una casa a Viareggio, mi ha detto che a sostituire Romano Battaglia, alla Versiliana, a condurre gli incontri pomeridiani che ci son lì per i turisti, da quest’anno c’è Walter Veltoni. Che io subito non ci credevo. Poi sono andato a vedere era vero, ho pensato il due agosto in stazione che aspettavo l’autobus con la Battaglia che poi è arrivato anche l’autobus (con aria condizionata) e siamo andati a mangiare.