Il mondo è pieno di gente che sta a casa – 4

sabato 4 Agosto 2012

Oggi, mi scuserete, ho bisogno di una breve premessa. C’è mia mamma che ha letto la seconda puntata di questo diario (pubblicato sul Foglio di ieri) e mi ha detto che, secondo lei, sarebbe meglio che, su un giornale come il Foglio, io non usassi delle espressioni come “Che due maroni”; allora se, d’ora in poi, trovate in questo diario qualche eufemismo, non è per disprezzo per le espressioni volgari che sono, come testimoniato, tra gli altri, da Jurij Lotman, la parte forse più interessante delle lingue parlate, è per rispetto di mia mamma che è, tra l’altro, una lettrice del Foglio da prima che lo fossi io e conosce questo giornale meglio di quanto lo conosca io, probabilmente, fine della premessa.
Il primo di agosto, insieme a una bambina che in questo diario chiameremo la Battaglia, una bambina che otto anni fa, quando è venuta fuori, in sala parto, io quando l’ho vista per la prima volta mi ricordo ho pensato “Accipicchia, è uguale a me», insieme alla Battaglia, dicevo, il primo di agosto siamo andati in una piscina in provincia di Parma, a Santa Maria del Piano, che c’è una piscina che alla Battaglia piace moltissimo perché si può fare il bagno senza la cuffia.
La Battaglia, una volta, qualche mese fa, mi ha chiesto «Come si intitola il libro che stai scrivendo?». «La banda del formaggio», le ho risposto io. «Ah, – m’ha detto lei, – con le trombe di formaggio, i tamburi di formaggio, le bacchette di formaggio».
Allora così, il primo di agosto, la mattina l’abbiamo passata in piscina a giocare e fare dei bagni, e io, ogni tanto, quando la Battaglia andava su e giù per gli scivoli, c’eran degli scivoli per i bambini che li buttavano in acqua, io ogni tanto mi andavo a stendere a leggere il libro che stavo leggendo, Perché la gente si droga, di Lev Nikolaevič Tolstoj, che io, Lev Nikolaevič Tolstoj, tutti dicono che era matto, a me mi sembra una delle persone più ragionevoli che abbia mai conosciuto, anche se non l’ho mai conosciuto.
Dopo in piscina, con la Battaglia, abbiam fatto una lotta giapponese che non aveva un nome preciso, e non era neanche molto bella da vedere, ma comprendeva un colpo segreto che quando uno lo porta in modo corretto, quello che viene colpito dopo due mesi muore.
Io e la Battaglia, ci piacciono molto, questi sport estremi e rai, quando siamo a Bologna facciamo spesso delle sessioni di camminaggio artistico.
Dopo lì, in piscina, dietro alla Battaglia a un certo punto è caduta giù una bambina, che è data già dalle scale è caduta dritta sul tappetino ha fatto anche un rumore abbastanza pesante sembrava che fosse caduta dal cielo, sembrava un’opera di Daniil Charms, che è uno scrittore russo dei primi del novecento che campava facendo lo scrittore per bambini ma lui i bambini non li sopportava, e nei suoi scritti ai bambini gliene succedono di tutti i colori a un certo punto ha anche scritto, Daniil Charms: «Massacrare bambini è una cosa crudele, ma qualcosa con loro bisogna pur fare».
Dopo poi, con la Battaglia che scendeva su e giù dagli scivoli, io mi ero steso a leggere Tolstoj mi aveva chiamato un mio amico mi aveva chiesto una cosa di lavoro e poi mi aveva chiesto cosa facevo quest’estate «Lavoro», gli avevo risposto, «Ah, sì, ho letto», mi aveva detto lui, e avevam messo giù e poi io avevo pensato che, sdraiato al sole in una piscina a legger Tolstoj, non è proprio un modo di fare che uno che mi guardasse da fuori direbbe che io sono uno che lavora. Tra l’altro, m’era venuto in mente, a me piace moltissimo Charms e mi piace moltissimo Tolstoj ma Chams, Tolstoj, non lo sopportava, forse perché a Tolstoj piacevano molto i bambini.
E in quel libro lì, Perché la gente si droga, a un certo punto ho trovato una cosa, una preghiera che Tolstoj ha scritto, nel 1909, quando aveva 81 anni, per la sua nipotina, e fa così: «Dio ha detto agli uomini di fare una cosa: di amarsi l’un l’altro. Questa cosa bisogna imparare a farla.
E per imparare questa cosa, bisogna: primo, non permettersi di pensare male di nessuno, chiunque sia; secondo, non dire male di nessuno; e terzo, non fare a un altro quel che non vuoi che lui faccia a te.
Chi imparerà tutto questo amerà tutti gli uomini, chiunque essi siano, e conoscerà la più grande gioia che c’è al mondo: la gioia dell’amore.
E io imparerò tutto questo, con tutte le mie forze». Ecco, questa è una cosa che, secondo me, mi dispiace per Charms, vale la pena di leggerla, anche in una piscina, anzi forse in una piscina è ancora meglio perché avvicina la pratica della lettura alla pratica del nuoto agonistico.