Il contemporaneo

mercoledì 8 Maggio 2013

Dopo, Puškin, come si sa, è morto in duello, con un francese, D’Anthès, che Puškin aveva sfidato a duello perché, alla fine del 1836, lui, Puškin, e molti suoi amici, avevano ricevuto un diploma, anonimo, che non si è mai capito chi l’ha mandato, che diceva che lui, Puškin, era cornuto, e siccome D’Anthès parlava spesso con la moglie, di Puškin, e girava attorno a casa sua, girava la voce che D’Anthès avesse una relazione con la moglie di Puškin, e Puškin l’aveva sfidato a duello, e aveva sparato per primo, se non ricordo male, e aveva colpito D’Anthès su un bottone, e D’Anthès allora aveva sparato anche lui e aveva colpito Puškin nella pancia, e Puškin, dopo tre giorni di agonia, era morto, e durante l’agonia, tra le altre cose che gli avevano chiesto, c’era cosa voleva dire ai critici e lui sembra che abbia risposto Dite a quelli che mi hanno voluto far male che ci sono riusciti, e prendo questa informazione da un libro molto bello, di Serena Vitale, che si chiama Il bottone di Puškin, e racconta gli ultimi giorni di Puškin, e è scritto come fosse un romanzo e ci si legge, tra le altre cose, il parere di un contemporaneo di Puškin su una rivista diretta da Puškin, che si intitolava Sovremennik, cioè, Il contemporaneo, e il parere di questo signore, funzionario del Dipartimento della giustizia, K. N. Lebedev, è il seguente:

Ho ricevuto Il contemporaneo di Puškin. Valeva la pena di aspettarlo tre mesi? Certi versetti, articoletti, raccontini, analisi critiche. Non è così che bisogna affrontare la cosa. Non scherzosamente letterario, non solo letterario, deve essere un “Contemporaneo”. Il nostro tempo è superiore a questo. A che pro questo tono di conversazione famigliare? I racconti del signor Gogol: ma si possono pubblicare racconti del genere?

si chiedeva il 14 aprile del 1836 qusto signor Lebedev che era un signore che, poveretto, non lo sapeva che avrebbe fatto una così brutta figura, a scrivere queste cose.

[Un pezzetto del discorso di stasera a Bergamo sull’Onegin come romanzo di formazione (chissà)]