Governo Segni

mercoledì 28 Marzo 2018

Sarò io, ma se io dico Governo Goria, o Governo Andreotti, o Governo Fanfani, o Governo De Mita, o Governo Amato, o Governo Ciampi, o Governo Dini, o Governo Forlani, ho l’impressione di qualcosa di grigio, indefinito, che mi fa venire il mal di testa, un po’, e mi sembra di avere a che fare con delle entità che si sono contraddistinte, più che altro, nell’arte di barcamenarsi. Se dico, invece, Brežnev, Andropov, Černenko, Gorbačëv, El’cin, Putin, nella mia testa ci son delle immagini molto forti, precise, tutt’altro che grigie o indefinite, non era sempre la stessa cosa, eran delle cose molto diverse, l’una dall’altra, mi sembra, ma sarò io.
Mi diceva mia mamma che quand’era giovane lei, ai tempi del governo Segni, c’era nel suo paese un comunista che si vantava del fatto che, in Unione Sovietica, se te entravi da un bottegaio e dicevi Chruščëv ti davan la roba senza chiederti i soldi, e che c’era un democristiano che aveva ribattuto «Ben ma, anche qua, se entri da un bottegaio e dici “Segni!”, ti danno la roba senza chiederti i soldi».