Ecocardio

mercoledì 12 Giugno 2013

banda

 

 

 

 

 

 

E dopo alla fine avevo fatto un esame che si chiamava Ecocardio, un esame così, di sicurezza, che la mia ischemia mi avevano detto che era cripto genetica, cioè non si sapeva da dove veniva, «E il suo cuore, – mi avevan detto, – non si preoccupi, è sano, l’eco cardio gliela facciamo fare soltanto così, per le statistiche», e a me, ero sdraiato su un fianco con una specie di eco telecamera sul cuore e vedevo praticamente in un monitor i battiti del mio cuore, a me era venuto in mente l’inizio di quella poesia di Gozzano «Mio cuore, monello giocondo, che ride pur anco nel pianto, mio cuore bambino che è tanto felice d’esistere al mondo», e mi ero commosso, mi era venuta su una tenerezza, per il mio cuore, vederlo lì in bianco e nero dentro un monitor che batteva, batteva, batteva.