E se noi domani

sabato 8 Giugno 2013

Se dovessi fare una domanda a Walter Veltroni gli chiederei «Ma davvero lei pensa che noi ci abbiamo creduto, quando ha detto di non essere mai stato comunista?». Non mi è mai capitato di trovarmi nella condizione di fare delle domande a Walter Veltroni, ma mi è successo di sentire che altri gliele facessero, e l’ultima volta è successo qualche giorno fa, quando ho sentito, grazie all’archivio di Radio Radicale, la registrazione della presentazione romana, del 3 giugno scorso, del libro di Veltroni E se noi domani. L’Italia e la sinistra che vorrei. Presentavano il libro Sergio Chiamparino, Guglielmo Epifani, Eugenio Scalfari, Laura Boldrini e Walter Veltroni. Quando ha preso la parola Chiamparino io, che politicamente sono un po’ ingenuo, pensavo che Chiampiarino avrebbe chiesto a Veltroni «Ma davvero tu pensi che loro ci credono, quando dici di non essere mai stato comunista?», invece Chiamparino, che ha parlato per 10 minuti e 25 secondi, ha detto delle cose che io, che sono un po’ digiuno di politica, le ho capite non tanto bene, parlava di sinistra, diceva che si tirano dei rigori col portiere legato, e vanno a finire sul palo, diceva «Noi siamo parte della soluzione ma siamo parte anche del problema», non voglio dilungarmi ma proprio non si capiva mica tanto bene, secondo me, passiamo a Epifani. Epifani, che è stato presentato come segretario del PD, cosa che è effettivamente, anche se non sembra, io, che sono un po’ ingenuo, politicamente, credevo che avrebbe esordito dicendo a Veltroni «Ma davvero tu pensi che loro ci credano, quando dici di non esser mai stato comunista?», invece Epifani, che ha parlato 9 minuti e 43 secondi, ha parlato dell’eterno presente, del progetto, cioè qualcosa in grado di orientare un destino comune, di una fatica smarrita, della paura che la crisi ingenera, non voglio dilungarmi ma proprio non si capiva tanto bene, passiamo a Scalfari. Scalfari, io, che sono un po’ ingenuo, politicamente, credevo che avrebbe esordito chiedendo, a Veltroni, «Ma davvero tu pensi che noi ci abbiamo creduto, quando hai detto di non essere mai stato comunista?», invece Scalfari ha esordito dicendo che lui, la prima volta che ha votato, nel 1946, al referendum monarchia-repubblica, ha votato a favore della monarchia, perché non voleva che il paese cadesse, come poi è avvenuto per quarant’anni, in mano ai preti. È andato poi avanti per 22 minuti e 42 secondi, Scalfari, che lui, devo dire, si capiva, quel che diceva, aveva un tono quieto e paziente, sembrava un insegnante ma di una materia non tanto appassionante, tipo insegnante di religione, che ripeteva per l’ennesima volta con grande pazienza una lezione che lui la conosceva a memoria e la classe, a sentirlo parlare, aveva delle reazioni stranissime, per esempio quando Scalfari diceva «Napolitano ha più inventiva dei giovani», la classe applaudiva, che io, che sono un po’ digiuno, di politica, mi chiedevo il perché, e poi diceva un sacco di altre cose, Scalfari, e finiva dicendo «Se io devo votare un nuovo segretario, voto Veltroni» e la classe, anche lì, invece di chiedere «Ma davvero lei pensa che noi ci abbiamo creduto, quando Veltroni ha detto di non essere mai stato comunista?», loro, ancora, hanno applaudito. Dopo ha parlato Laura Boldrini, che non avendola mai sentita parlare non mi aspettavo niente di particolare e non so, io forse politicamente sono un po’ ingenuo mi ha colpito moltissimo una frase, di Laura Boldini, quando ha detto «io questo libro l’ho letto con gli occhi di una persona veramente giovane, nel suo ruolo politico, una cittadina consapevole che la società però l’ha sempre osservata con attenzione perché ci ha lavorato dentro» e ha calcato in un modo, la Boldrini, su ci ha lavorato dentro, che io ho pensato “Mamma mia”. Dopo è andata avanti ancora un po’ (in tutto 20 minuti e 30 secondi), la Boldrini, alzando spesso la voce e dicendo varie cose che io, che sono politicamente un po’ impreparato, e non sono né tanto giovante né tanto attento, non ho capito moltissimo e poi dopo di lei ha parlato Walter Veltroni che ha parlato per 29 minuti e 42 secondi e quello che ha detto, non l’ho mica ascoltato, ma non per cattiveria, per via del fatto che uno che è stato responsabile della propaganda del Partito Comunista Italiano e che dopo, quando il comunismo è fallito e il Partito Comunista Italiano ha cambiato nome ha detto di non esser mai stato comunista, cosa volete ascoltarlo, uno così, cosa volete che possa dire, di sensato?

[uscito oggi sul Fatto quotidiano]