E poi

giovedì 23 Marzo 2017

E poi, sul treno che mi riportava a casa, avevo voluto moltissimo una penna rossa per cancellare gli appunti sul quaderno mano a mano che li mettevo nel libro, e mi era piaciuta moltissimo quella sensazione lì di volere moltissimo qualcosa che era del tempo che non la provavo, e avevo provato a ricordarmi un po’ di cose che avevo voluto moltissimo per esempio una due cavalli bianca che non era una macchina, era un poema in prosa, oppure una tromba cinese che adesso chissà dove era andata a finire, oppure una borsa nera capiente di Moleskine in similpelle che si rigava tutta che più diventava vecchia più diventava bella, oppure un portafoglio nero che era stato di mio babbo che non mi sembrava vero di andare in giro con nelle tasche dei pantaloni lo stesso portafoglio che era stato già di mio babbo, oppure un paio di anfibi che si erano spaccati dopo tre settimane mi era dispiaciuto così tanto, oppure un quaderno bianco di Alibabette edizioni da scriverci sopra le cose con una penna nera per poi cancellarle con una penna rossa che avevo voluto moltissimo una sera a tornar da Milano che il mattino poi dopo mi ero detto Va be’, cominciamo.