Dipende

lunedì 21 Luglio 2014

Mi chiedono, dalla casa editrice Marcos y Marcos, che son dei miei amici, che parole vorrei respirare a Milano e io, se non fossero miei amici, a uno che mi fa una domanda così: «Che parole vuoi respirare a Milano?», gli risponderei, credo: «Nessuna».

Però, visto che son dei miei amici, mi tocca pensarci e, se ci penso, alle parole che vorrei respirare a Milano, devo dire che non lo so.

Che io, che ho poco più di cinquant’anni, se c’è una cosa che ho imparato, in questi cinquant’anni, è il fatto che non so niente, non solo delle parole che vorrei respirare a Milano, anche così, in generale.

E l’unica cosa che posso forse dire, delle parole e di Milano, è raccontare di una delle prime volte che son stato a Milano da solo, avevo forse venticinque o ventisei anni, e ero in centro, e mi ero perso, e avevo fermato una signora e le avevo chiesto: «Scusi, posso chiederle un’informazione?», e lei mi aveva detto: «Dipende».

Che io, mi ricordo, c’ero rimasto malissimo. Dipende?

Che quella signora lì, adesso io, come ho già anche detto, non so mica niente, ma mi immagino che quella signora lì fosse milanese e non lo so, che vita facesse, tutta all’indentro, e mi vien da pensare che forse sarebbe bello provare, a Milano, per via delle parole, quando qualcuno ti chiede: «Posso chiederle un’informazione?», provare a rispondere: «Sì».

Suona così bene.

Però non lo so; un po’ perché, come devo aver detto, non so niente, un po’ perché ognuno, secondo me, deve fare quello che vuole, con le parole e anche senza.