Cometesbagli?

mercoledì 21 Dicembre 2016

Registri? Che te devo dì? Io mi ricordo che andavamo allo stadio con mio figlio e stavamo vicini a Luisa, quella con l’ombrello a spicchi giallorossi. Io non gli ho mai sentito fa una polemica, tifava e basta, era una di quelle che “la Roma non si discute, si ama” e basta. Ma che registri? Ma sei del Messaggero? Insomma Luisa lei l’ombrello l’ha tenuto sempre aperto a prescindere dai presidenti, dall’allenatori, dai giocatori, dalla classifica, dalla tessera del tifoso. Ecco: noi siamo quelli come lei, quelli come Giorgio Rossi, non so se te lo ricordi Giorgio Rossi, te sei giovane, ma lui era il massaggiatore storico della Roma e dice che poco tempo fa, che era già andato in pensione, dice che una volta l’autobus s’è pure fermato e ha cambiato tratta per accompagnarlo direttamente a casa. A Giorgio Rossi. Noi siamo fatti così. Io ancora me ricordo Dante, quello che s’è inventato l’urlo “DajeRomaDaje”. Qualcuno dice pure che s’è inventato “La Roma non si discute si ama”. A me me l’ha insegnata mio zio Bruno. Ma tu Dante l’hai conosciuto? È morto l’anno dello scudetto e non ha fatto in tempo a vederlo, porello. Dice che andava allo stadio dagli anni sessanta. Si chiamava Dante… Dante? Aspetta che mi ricordo. Dante Ghirighini, ecco. Ghirighini, me pare. Dice che faceva il macellaio a Trionfale e dice che a un certo punto, erano gli anni sessanta, a una partita della Roma fa invasione di campo con un bandiera enorme. Lui andava allo stadio con la vespa: era grosso e quando passava, prima o dopo la partita, noi gli strillavamo “DajeRomaDaje” e lui rispondeva. Arrivava in curva e tutti lo salutavano. Poi faceva il discorso col vocione suo. Ogni partita beveva un sacco di caffèborghetti perché sveniva, ogni tanto, durante la partita e allora tutti che andavano a ritirallo su, lui se rinfrancava un po’ e poi ricominciava a fa il tifo. Dice che l’aesseRoma gli aveva trovato pure un posto come spazzino, pensa te. E quando è morto gli hanno parcheggiato la vespa dentro allo stadio sotto la curva sud e prima della partita, adesso non me ricordo che partita era, Totti gli ha portato i fiori e piangeva e pure noi piangevamo tutti. Insomma quell’anno là, guarda che me fai dì, l’anno dei quattro derby persi, mio figlio ciaveva diciannov’anni, la patente l’aveva presa a diciott’anni e due mesi, ancora me ricordo, la memoria è strana, ma allo stadio guidavo io, sempre con la stessa sciarpetta. La macchina la mettevamo sempre nello stesso parcheggio, sempre dallo stesso parcheggiatore, che era uno che ciaveva i baffi lunghi, e gli davamo sempre gli stessi soldi. Ma poi ste cose le metti sul Messaggero? Ma solo su internet o pure sul giornale stampato? Perché così lo compro e lo metto da parte, ma mica perché so vanitoso.

Ti dico solo sta cosa, e poi basta, non so se la sai: noi siamo l’unica squadra con l’articolo femminile che porta il nome della città. Se tu guardi c’è il Genoa, il Napoli, il Parma… Tutti i nomi delle squadre delle città sono al maschile. Solo noi siamo l’eccezione. Noi siamo l’eccezione su tutto. Dice, la moviola in campo. Adesso tutti dicono della moviola in campo. Noi siamo stati i primi che hanno avuto la moviola in campo: se chiamava Andrade, ahahah. Scherzi a parte: noi siamo i primi che ci siamo tolti la maglietta per un gol. Eh, Pruzzo s’è tolto la maglia per la prima volta nella storia del calcio dopo un gol contro la Juve e io c’ero allo stadio, ancora me lo ricordo. L’unica cosa che non mi ricordo è che pare che dopo il gol lo avevano ammonito ma mica perché s’era tolto la maglia, ma perché aveva perso tempo sotto la curva. Pensa un po’ te. Mo me dispiace de sto siluro che te sto pe’ a attaccà, ma te lo sai chi è stato il primo giocatore che dopo un gol non ha esultato perché era un ex? Balbo quando ha segnato con la Roma contro l’Udinese. Siamo stati i primi ad aver fatto un gol e a non aver esultato. Adesso lo fanno tutti. Poi adesso non esulta più nessuno perché cambiano squadra ogni sei mesi. Vedi? Noi siamo un’altra cosa. Noi siamo quelli del dito medio di Nela a RomaDundee. Noi siamo riusciti a far diventare un idolo uno come Annoni. Siamo quelli che le hanno viste tutte. Noi siamo quelli di RomaLiverpool. Tutti ricordano delle tragedie di RomaLiverpool o RomaLecce o RomaTorino de Coppa Italia o RomaSlaviaPraga, nessuno però se ricorda di Roma-Gornik: è lì che è successo tutto. Sta a sentì, non so se c’entra ma te lo dico lo stesso: all’epoca non c’erano le partite come adesso, che le fanno vedere tutte in televisione e però quella sera c’era la diretta televisiva. La prima l’avevamo pareggiata unoauno in casa. Al ritorno eravamo andati ai supplementari. Ci segnò uno dei loro ai supplementari e noi a un minuto della fine segnamo: Scaratti, ancora me lo ricordo. Dueadue, in coppa. I gol fuori casa valgono doppi e Martellini, che era il telecronista di allora, dice che siamo in finale della coppa delle coppe, all’epoca c’era la coppa delle coppe, non so se lo sai. Insomma andiamo a dormire contenti, con la gente che faceva festa e il giorno dopo per strada invece uno dice che Martellini s’era rincoglionito e che la Roma non era andata in finale e che i gol fuori casa, in coppa, valgono doppio tranne che nei supplementari e che bisogna rigiocarne un’altra contro il Gornik. Lo spareggio. Insomma: giochiamo un’altra partita e finisce unoauno pure quella. E se tira la monetina. Tirano la monetina e Martellini vede esultare le maglie bianche della Roma negli spogliatoi e dice a tutti che la Roma ha vinto e che è in finale e noi ricominciamo a fa casino un’altra volta. E invece manco per niente: i giocatori della Roma s’erano scambiati le maglie con quelli del Gornik e… ecco, questo. Questo è tutto. Sai quante volte l’ho raccontata ai nipoti sta cosa? Ci accusano sempre che siamo piagnoni, ma non conoscono quella cosa che per noi è ancora più tipica che in italiano si può dire che è l’autocommiserazione del tifoso della Roma. Noi a casa la chiamamo cometesbagli? Giochi contro uno che l’anno prima giocava con la maglia tua? Un ex? Cometesbagli? Quello sicuro te segna. A noi cianno segnato tutti gli ex: Emerson, Osvaldo, pure Destro c’ha segnato. Tu prendi Pruzzo: undici anni de Roma, lo scudetto, Roma-Liverpool… e l’unico gol che segna durante la stagione quando passa alla Fiorentina contro chi lo fa? Contro la Roma. In uno spareggio per la coppa Uefa. Botta secca. E quello, Pruzzo, parlo di Pruzzo eh, esulta pure. Ecco. Cià segnato pure il povero Agostino quando era passato col Milan. Noi siamo quelli che se c’è un giocatore in crisi o uno che manco c’ha il cartellino pe’ giocà a pallone quello cometesbagli? A noi ce segna. Siamo quelli che se c’è da fa il primo e l’unico gol in serie A, sta sicuro che segnano alla Roma: Josè Mari, Medel, Hakan Sukur… A noi tutti ce segnano, io tutti me li ricordo. Oppure ogni volta che prima dell’inizio della partita dicono: “è da tanto che non segna, è un attaccante in crisi…”, tu sta sicuro che, cometesbagli?, segna contro la Roma. Guarda adesso: il primo gol della storia del calcio che hanno deciso con il computer se la palla era dentro o fuori contro chi era?: cometesbagli?, contro la Roma. Segnato da uno del Chievo che, cometesbagli?, era un ex. Poi però ce stanno quelli che vanno via da Roma perché pensano d’andà a sta meglio, per questo volevo dire a Romagnoli: “va al Milan vai, ma al Milan non se so manco accorti che lì hai fatto un anno. Qua facevi il re. Romagnoli hai sbagliato”. Sta cosa ogni tanto, a qualcuno gli si ritorce contro quando vanno via da qua. No? Io glilel’ho sempre detto a mio figlio: il calcio è tipo na religione, e i giocatori so’ un po’ come i santi con l’unica differenza che i santi, tipo Sant’Antonio, non ti tradiscono. I calciatori invece si. Cioè prendi Pjanic, o Benatia o Capello o Emerson, quelli invece ti possono tradire e possono andà l’anno dopo alla Juve e smettono de esse santi. L’altra differenza è che poi i santi non invecchiano, invece i calciatori a un certo punto invecchiano e non giocano più e smettono de esse santi. Ma per il resto, quando giocano con quella maglia so santi perché te fanno sta bene.

[Andrea Cardoni, Tutti romani tutti romanisti. Il romanzo di Cesar Gomez, inedito, grazie a Andrea che mi lascia pubblicare questo estratto]