Come vestirsi con il cambio di stagione

martedì 29 Marzo 2011

L’altro giorno ho letto a una quarantina di ragazzi di prima, seconda e terza media il breve testo di Georges Perec Alcune delle cose che dovrei pur fare prima di morire. Poi gli ho chiesto di scriverlo loro, un elenco di cose che dovrebbero pur fare prima di morire, e loro l’han scritto, e una di loro, tra le altre cose, ha scritto che prima di morire dovrebbe pur fare due gemelli. Le ho chiesto se conosceva qualcuno che aveva dei gemelli, lei mi ha detto: «Ma no, è per vestirli uguali». Abbiamo riso.
Qualche mese fa, a Pisa, poco prima di cominciare una lettura al Pisa book festival ho sentito uno del pubblico che diceva, di me: «È vestito come Lucarelli».
Io e mio fratello, da piccoli, c’erano diciassette mesi di differenza, ci vestivano uguali, come due gemelli. Ci chiedevano tutti: «Ma siete gemelli?».
Qualche giorno dopo il Pisa book festival ho incontrato a Bologna Lucarelli che quando mi ha visto mi ha detto: «Siam vestiti tutti uguali».
Allora, non so a voi, a me piace, tutti uguali, però mi piacciono anche le differenze e quel che è successo tra Angela Azzaro e Andrea Cortellessa (clic e clic), sapete quel che è successo? Io non lo so, di preciso, perché in questa storia sembra ci siano solo delle differenze, anche nella ricostruzione di quel che è successo.
Angela Azzaro dice che di essere «stata invitata a scrivere su alfabeta2 da Massimo Ilardi, a cui la redazione della rivista aveva chiesto di curare una parte dedicata al fenomeno dell’iper consumo.

Dopo avere mandato tutti i pezzi alla redazione di alfabeta2, con Massimo ha parlato il caporedattore della rivista Andrea Cortellessa. Secondo Cortellessa il mio articolo (dice Angela Azzaro) è incompatibile con la rivista e con posizioni di sinistra, quindi ha detto che non verrà pubblicato. Ha detto che loro non pubblicano articoli filo berlusconiani».
Cortellessa scrive: «Nessuno dei redattori di alfabeta2 ha “commissionato” alcun articolo ad Angela Azzaro. Progettando il numero 8 della rivista, in edicola ad aprile, il guest editor del nostro focus di approfondimento, Massimo Ilardi, ci aveva proposto alcuni interventi sul tema dei Consumi, fra i quali non era previsto quello poi propostoci da Angela Azzaro».
Mi viene in mente quello che lo scrittore ceco Patrik Ourednik scrive sulla “verità dell’epoca”.
«Si può, e lo fanno gli storici, – scrive Ourednik, – cercare prima di tutto (magari non soltanto, ma in via prioritaria) delle informazioni sugli avvenimenti, “su quel che è successo”, “su quel che è avvenuto”. Oppure (e questo è quello che mi interessa in primo luogo) noi possiamo cercare prima di tutto il modo in cui questo avvenimento è stato raccontato. In questa prospettiva non si tratta più di sapere chi ha vinto la battaglia di Solferino, ma di vedere come i cronisti l’hanno descritta».
Ecco, nel nostro caso non si tratta di un’epoca (anche se anche noi, siamo dentro un’epoca, che io sarei curiosissimo di sapere come la chiameranno i posteri, ma lasciamo perdere), non si tratta di un’epoca, ma di due linguaggi che ci dicono molto di due teste, di due contesti, di due modi di concepirsi e anche di vestirsi:
Azzaro: «Secondo Cortellessa il mio articolo è incompatibile con la rivista e con posizioni di sinistra, quindi ha detto che non verrà pubblicato. Ha detto che loro non pubblicano articoli filo berlusconiani».
Cortellessa: «Progettando il numero 8 della rivista, in edicola ad aprile, il guest editor del nostro focus di approfondimento, Massimo Ilardi, ci aveva proposto alcuni interventi sul tema dei Consumi, fra i quali non era previsto quello poi propostoci da Angela Azzaro».

[Uscito oggi su Libero]