Bellissimo ponte

sabato 1 Ottobre 2011

Nella campagna elettorale di Parma del 2007, quando chiesero al futuro sindaco Pietro Vignali qual era il progetto che maggiormente avrebbe impegnato la sua amministrazione se fosse stato eletto sindaco, Vignali rispose che lui e i suoi assessori avrebbero concentrato le loro forze, soprattutto, sul progetto della metropolitana. A me, che sono di Parma, è successo più di una volta, in questi anni, di raccontare, in giro per l’Italia, che a Parma, una città di 163.000 abitanti, volevano fare la metropolitana, e tutte le volte che l’ho raccontato la gente rideva. E era effettivamente una cosa che faceva un po’ ridere. Qualche anno fa, poco dopo che Parma era stata destinata ad essere la sede dell’agenzia europea per l’alimentazione, a sud della citt su via degli Argini, stato inaugurato un ponte sul torrente Parma, torrente che per buona parte dell’anno è in secca. Se qualcuno ha l’occasione di passare da quelle parti (la strada che porta alla fondazione Magnani Rocca, di Mamiano, che un piccolo, incantevole museo, con un Goya che lascia sbigottiti e che, da solo, mi sembra, vale la pena del viaggio) resterà colpito dall’enormità del ponte rispetto alla modestia del paesaggio e delle abitazioni. A me, ogni volta che lo vedo, viene il mente il ponte di Brooklin come era riprodotto sulla confezione delle chewing-gum La Gomma del Ponte. A Parma raccontano che per l’inaugurazione di quel ponte, alla quale era stato invitato l’allora presidente della Agenzia per l’alimentazione, un belga, se non ricordo male, quando chiesero al presidente come gli sembrava il ponte, lui rispose Bellissimo ponte, peccato che non avete il fiume. La spoporzione tra le aspirazioni degli amministratori e le dimensioni e le necessità della città mi sembra fosse evidente fin da allora e questo modo di governare, questa mania di essere grandi, di essere i primi, di essere ricchi, oltre che comica, e pericolosa, non ha molto a che fare con Parma così come la capisco io. I miei nonni, che abitavano dalle parti di quel ponte, erano molto poveri, mia nonna ogni tanto mi diceva, un po’ scherzando un po’ no: In casa nostra c’era una miseria che quando siam diventati poveri abbiam fatto una festa; ma avevan di bello, i miei nonni, che di quella povertà non si vergognavano. E non facevano ridere, a guardarli.

[Dovrebbe essere uscito sul Corriere della sera di oggi]