Verso una teoria del comico

venerdì 21 Dicembre 2018

Ho sentito quel riso molte volte nel 1919/20 nei teatri di Pietroburgo. Ridevano nei punti più tragici. Per esempio, quando Otello strozzava Desdemona. E però andavano a teatro, gli piaceva il teatro, parlavan di teatro in caserma.
La percezione del tragico e del comico sono più vicine, tra loro, di quanto si possa immaginare.
Una cosa può essere pensata come tragica e percepita come comica, e viceversa.
Anton Čechov ha scritto a un suo amico: «Sto scrivendo una farsa». Era «Le tre sorelle».
A veder «Le tre sorelle», di solito, piangono.

[Viktor Šklovskij, Verso una teoria del comico, in Sobranie sočinenij. Tom I. Revoljucija, Moskva, NLO 2018, p. 396-397]

Un altro fiume

domenica 16 Dicembre 2018

Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore

Per Tolstoj questo aspetto ha un’importanza di principio: egli diceva che gli uomini non sono intelligenti, stupidi, coraggiosi, codardi, no: gli uomini sono come un fiume, che attraversa valli ora strette, ora ampie, ora incontrando un banco di sabbia, ora una cascata.

[Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore, traduzione di Maria Di Salvo, Roma, Editori Riuniti 1984, p. 353]

Un fiume

venerdì 14 Dicembre 2018

Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore

Il termine «scritto» è sbagliato se riferito ai romanzi. I romanzi non si scrivono, anche se Mark Twain, rispondendo alla domanda su come si dovesse scrivere un romanzo, rispose: «stando seduti». I romanzi vengono costruiti. Il romanzo non è un lago, ma un fiume, e si potrebbero scegliere come epigrafe per i romani le parole del Canto della schiera di Igor:
«O Dnepr Slavutič! Ti sei fatto strada tra i monti di pietra…»

[Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore, traduzione di Maria Di Salvo, Roma, Editori Riuniti 1984, p. 236]

Solo italiani

lunedì 26 Novembre 2018

Poco più tardi un fiorentino dalla barba rossiccia, Dante, descriverà l’inferno in un poema.
L’inferno di Dante è costruito ad anfiteatro e scende a cerchi, sempre più in basso. L’inferno di Dante è affollato esclusivamente di italiani.
Oltre a questi vi sono alcuni antichi romani. Non bastava il posto per altri popoli.
Questo inferno raffigura la litigiosa Italia. Le città sono disposte in cerchio, i cittadini leticano e nell’eterna oscurità si fanno gesti osceni.

[Viktor Šklovskij, Marco Polo, traduzione di Maria Olsufieva, Quodlibet, Macerata 2015, p. 209]

La natura

lunedì 19 Novembre 2018

Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore

Čechov scriveva novelle senza inizio né fine.
Al fratello Alessandro, uomo di talento, padre del geniale attore Michail Čechov, e uomo saturo di futuro, scriveva che, una volta scritto un racconto, bisognava strappare le prime cinque pagine senza leggerle. Eliminava esordi e scioglimenti.
Čechov diceva che il vecchio dramma sapeva una cosa sola: il protagonista moriva o si sposava.
La vecchia prosa non era morta.
Ma Čechov aveva imboccato una via nuova, inesplorata, non battuta; addirittura rimasta inavvertita.
Cominciò col vedere la natura.
La natura siamo noi stessi.
A cominciare dai bambini piccolissimi, che sono essi stessi natura, e per questo non la vedono.
Se in ciò vedete una contraddizione, sono lieto per voi.

[Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore, traduzione di Maria Di Salvo, Roma, Editori Riuniti 1984, p. 172]

Quella di sempre

venerdì 2 Novembre 2018

Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore

Ma Tolstoj non vuole stupire mostrando cose strane.
Egli vuole mostrare la stranezza del quotidiano, nei dettagli.
Ivan Il’ič è morto, eppure tutti sono contenti.
È lui il morto, non io.
E Ivan Il’ič giace là dove «devono» giacere tutti i morti.
La vita vissuta da Ivan Il’ič è stata delle più semplici e delle più terribili.
Tolstoj temeva non solo la morte, ma anche la vita, se era quella di sempre.

[Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore, traduzione di Maria Di Salvo, Roma, Editori Riuniti 1984, p. 172]

Comunque

martedì 9 Ottobre 2018

Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore

Nelle penultime parole del Decameron, Boccaccio dice che il vento agita solo gli alberi grandi.

[e]

Alla fine dell’Uva spina [di Čechov] il protagonista è contento di sé; e questo è il dramma più terribile, che un uomo sia contento della propria esistenza.

[Viktor Šklovskij, L’energia dell’errore, traduzione di Maria Di Salvo, Roma, Editori Riuniti 1984, pp. 364, 366]

Un travestimento

venerdì 5 Ottobre 2018

Šklovskij, Viaggio sentimentale

Arrivato a Mosca, poiché le notizie sugli arresti risultarono esatte, decisi di andarmene in Ucraina. A Mosca mi rubarono il denaro e i documenti mentre stavo comprendo la tintura per i capelli. Per tingermi andai a in casa d’un amico che non si occupava di politica e venni fuori color lilla. Ridevano tutti, dovetti raparmi. Non potevo pernottare dall’amico, andai da un altro che mi chiuse a chiave nell’archivio dicendo: «Se stanotte vengono a perquisire, fruscia e di’ che sei carta».

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, SE 1991, p. 182]

Non è pertinente

giovedì 27 Settembre 2018

Šklovskij, Viaggio sentimentale

Mi si dirà che questo non è pertinente. Che me ne importa! Devo tenermi tutto dentro, io?

[Viktor Šklovskij, Viaggio sentimentale, traduzione di Maria Olsoufieva, Milano, SE 1991, p. 190]

Bisogna che scriva qualcosa

domenica 23 Settembre 2018

Viktor Šklovskij, Zoo o lettere non d'amore

Sto seduto qui, innamorato come un telegrafista.
Sarebbe bello procurarsi una chitarra e cantare.

O, parla almeno tu con me,
amica dalle sette corde.
L’anima è piena di tanta angoscia
e nella notte c’è tanto chiaro di luna.

Bisogna che scriva qualcosa per fare un po’ di soldi.

[Viktor Šklovskij, Zoo o lettere non d’amore, traduzione di Maria Zalambani, Palermo, Sellerio 2002, p. 71]