1° aprile

venerdì 1 Aprile 2011

Entrate in un negozio, acquistate mille lire di merce. Poi uscite senza pagare. Se il padrone e i commessi vi rincorreranno dite secco secco: “Pesce d’aprile.” E rideranno anche i sassi.

[Cesare Zavattini, Al macero, in Opere, cit., p. 1064]

Zavattini

giovedì 3 Marzo 2011

EVASIONI CELEBRI

Toth, lo sventratore di donne, racconta ai nipotini nelle sere d’inverno, vicino al grande camino, le sue meravigliose gesta: “Nella Guiana eravamo sorvegliati da cento secondini. Come fuggire? Mi venne un lampo di genio: un pomeriggio che tutti eravamo nell’immenso cortile centrale mi misi a camminare all’indietro verso il cancello. Le guardie credettero così che io stessi entrando. Invece uscivo.”

[Cesare Zavattini, Opere, cit., p. 1093]

Come gatti

giovedì 14 Ottobre 2010

In avvenire troverò materia su certi quadernoni, nei quali mescolavo i conti con le imprecazioni e gli aneddoti: sono là in un cassetto, insieme a molte lettere non spedite, che sono sfoghi che bisogna fare per stare lontani dalla cirrosi epatica, e io se non ho la cirrosi epatica lo devo a queste lettere non spedite, nelle quali mi sfogavo con tanto coraggio, ma poi come gatti venivano avanti le paure e le convenienze e allora le lettere restavano lì.

[Cesare Zavattini, Io. Un’autobiografia. A cura di Paolo Nuzzi, Torino, Einaudi 2002, pp. 179-180]

Zavattini

venerdì 8 Ottobre 2010

zaopere

CHIARETTI – Riesce ad immaginare uno Stato triste?
SALONI – Provo. (Fa la faccia di uno che cerca di immaginarselo.) No, non ci riesco.

[Cesare Zavattini, Come nasce un soggetto cinematografico, in Opere. 1931. 1986, cit., p. 331]

Dicevo

mercoledì 6 Ottobre 2010

za-contro

Dicevo ‘mi sono dimenticato il fazzoletto’, e mi divertivo a fare una tal volata per arrivare su e cambiarmi tutto, poi arrivavo col fazzoletto in mano e ‘l’ho trovato, ecco’, dicevo.

[Cesare Zavattini, Una vita in mostra, Volume I, a cura di Paolo Nuzzi, Bologna, Edizioni Bora 1998, p. 53]

Molto grato

martedì 28 Settembre 2010

poverimatti

Scrive una lettera al signor Dod, molto lunga, vi impiega due ore, tre: ha davanti dieci fogli pieni di cancellature. La copia in bella e la riduce a una pagina. Dice che gli sarà molto grato. Com’è brutto avere debiti: ricorda una mano vecchia che firmava cambiali.
Il signor Dod non sa che Bat può pensare a tante cose, è incredibile che Dod dica di no. Bat pensa, mettiamo, che le stelle sono abitate. Si rifiutano mille lire a un nomo che è qui a guardare l’alba?

[Cesare Zavattini, I poveri sono matti, Milano, 1937, Bompiani 1983, p. 23]

Un pezzo di carta stampata

venerdì 27 Agosto 2010

zaopere

INQUILINO CON ASCIUGAMANO – Aveva una voce così dolce.
INQUILINO PELATO – E due gambe alte, e le cosce lunghe, che è raro…
INQUILINO CON BERRETTO – Una volta pioveva. E lei stava qui sotto… La pioggia le si raccoglieva tutta qua dentro (indicando la scapola.) E un passerotto vi si posò a bere.
INQUILINO DEL BALCONCINO – Il vento una volta fece volare via un grembiule e lei lo rincorse fin sul prato… E me lo riportò con un sorriso.
ANTONIO (che sta sistemando la macchina da scrivere sotto l’albero) – Basta. Io non sono qui per lacrimare.
INQUILINO COI BAFFI – Abbiamo sempre avuto molta stima di lei, signor Antonio.
ANTONIO – Troppa (ridendo). Basta un pezzo di carta stampata per farvi cadere in ginocchio.
INQUILINO PELATO – È vero, è vero. Se io leggo in un libro che un albero stormisce, per esempio, non mi sembra un albero comunque come quello lì, chissà che albero è.

[Cesare Zavattini, Come nasce un soggetto cinematografico, in Opere 1931.1986, cit., p. 258]

Autobiografia

sabato 21 Agosto 2010

zavattini

13-4-73
Vi racconterò la mia vita. Giuro sui miei figli che ho coscienza che non è più rilevante di quella di nessun altro, ma ormai non resisto alla tentazione, perché ho la speranza di trovarci dentro non so che pagina non so che anno, una grande sorpresa.

[Cesare Zavattini, Stricar’m in d’na parola, cit., p. 111]

Ferragosto

domenica 15 Agosto 2010

zaopere

Ormai è noto, la cosa più interessante del mondo per ferragosto è la città.
Nei crocicchi del centro il vigile sulla pedana regola il traffico. Ma quale traffico, signori? Non c’è un’automobile… Sono rimaste due persone in tutto.
Eccoli venire: da destra un signore con la barba, da sinistra un signore con gli occhiali. Le braccia del vigile roteano con elegante esattezza, alt. Il signore con barba deve fermarsi e aspettare che attraversi la strada il signore con gli occhiali, che ha la precedenza.

[Cesare Zavattini, Al macero, cit., p. 1218]

Spettacolo per famiglie

sabato 14 Agosto 2010

zaopere

LA TORRE DI BABELE

Nella piana di Sennaar. Il fratello non intende il fratello, l’amata l’amante. Campeggia tragica la Torre, sovra gli uomini resi stranieri l’uno all’altro. È il crepuscolo. S’odono imprecazioni in istrane lingue, sospiri. Due manovali siedono su un cumulo di pietra, mesti. Verso oriente partono torme di audaci, in cerca di chi li possa intendere.
Primo manovale: – C’èst bien effrayant de vivre sans pouvoir parler (come parlando a se stesso) avec une âme vivante!
Secondo manovale: – Oh, yes!
Sipario.

[Cesare Zavattini, Al macero, in Opere. 1931.1986, introduzione di Luigi Malerba, cura di Silvana Cirillo, Milano, Bompiani 2001, p. 1059 ]