Buongiorno

lunedì 25 Dicembre 2023

Vivere è stare svegli
e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio,
e non essere scaltri.

Vivere è amare la vita
con i suoi funerali e i suoi balli,
trovare favole e miti
nelle vicende più squallide.

Vivere è attendere il sole
nei giorni di nera tempesta,
schivare le gonfie parole,
vestite con frange di festa.

Vivere è scegliere le umili
melodie senza strepiti e spari,
scendere verso l’autunno
e non stancarsi d’amare.

[Angelo Maria Ripellino, Poesie. 1952-1978, Torino, Einaudi 1990, p. 21]

Buongiorno

martedì 21 Marzo 2023

Vivere è stare svegli
e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio,
e non essere scaltri.

Vivere è amare la vita
con i suoi funerali e i suoi balli,
trovare favole e miti
nelle vicende più squallide.

Vivere è attendere il sole
nei giorni di nera tempesta,
schivare le gonfie parole,
vestite con frange di festa.

Vivere è scegliere le umili
melodie senza strepiti e spari,
scendere verso l’autunno
e non stancarsi d’amare.

[Angelo Maria Ripellino, Poesie. 1952-1978, Torino, Einaudi 1990, p. 21]

Kao-O-Wang

domenica 20 Febbraio 2022

Mille scuole, mille lune si avvicenderanno nei cieli letterari, ma il poeta sarà sempre un Kao-O-Wang, un nonostante, una sardina decapitata, – e perciò un «fool», rifiutato dall’Indifferenza e sommerso da quell’Eterno Buon Senso che oggi chiamiamo Civiltà dei Consumi, – un fuori sesto, un X a disagio, che si sente colpevole di tutto, senza aver colpa di nulla.

[Angelo Maria Ripellino, La fortezza d’Alvernia, Milano, Rizzoli 1967, pp. 133-134 se qualcuno di voi sa cos’è un Kao-O-Wang me lo dice?]

Buon anno

sabato 1 Gennaio 2022

Vivere è stare svegli
e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio,
e non essere scaltri.

Vivere è amare la vita
con i suoi funerali e i suoi balli,
trovare favole e miti
nelle vicende più squallide.

Vivere è attendere il sole
nei giorni di nera tempesta,
schivare le gonfie parole,
vestite con frange di festa.

Vivere è scegliere le umili
melodie senza strepiti e spari,
scendere verso l’autunno
e non stancarsi d’amare.

[Angelo Maria Ripellino, Poesie. 1952-1978, Torino, Einaudi 1990, p. 21]

Buon anno

venerdì 1 Gennaio 2021

Vivere è stare svegli
e concedersi agli altri,
dare di sé sempre il meglio,
e non essere scaltri.

Vivere è amare la vita
con i suoi funerali e i suoi balli,
trovare favole e miti
nelle vicende più squallide.

Vivere è attendere il sole
nei giorni di nera tempesta,
schivare le gonfie parole,
vestite con frange di festa.

Vivere è scegliere le umili
melodie senza strepiti e spari,
scendere verso l’autunno
e non stancarsi d’amare.

[Angelo Maria Ripellino, Poesie. 1952-1978, Torino, Einaudi 1990, p. 21]

Ripellino

lunedì 14 Dicembre 2020

Sono uno zolfanello, ardo di botto,
in un prestissimo consumo il mio dappoco.
Che brillìo, che impostura, che giuoco,
ma quanta fatica, mio Signore, c’è sotto.

[Angelo Maria Ripellino, Notizie dal diluvio Sinfonietta Lo splendido violino verde, Torino, Einaudi 2007, p. 224]

Umore

domenica 13 Dicembre 2020

C’è una parola di Ripellino, disperaggine, che a me mi mette di buon umore.

Sempre le stesse

lunedì 20 Luglio 2020

Ogni tanto, d’un tratto, mi compaiono delle cose dentro la testa, sempre le stesse. Stamattina Angelo Maria Ripellino che di se stesso diceva di essere un Nonostante. E poi diceva: Aridità, ti respingo con tutta l’anima.

Due possibilità

mercoledì 27 Maggio 2020

Col tempo mi sembra di essere sempre più ottimista, come se stessi per diventare un Nonostante, come diceva Ripellino. Ma ho il dubbio di assomigliare invece a un vecchio che dice che il mondo è bello, evviva il culatello. Chissà. Dipende dai giorni, probabilmente.

Dopo un acquazzone notturno

venerdì 30 Agosto 2019

Quando accadde? Ricordo il terrazzino,
ed il pioppo bagnato che frusciava,
e il volto luminoso della notte,
che le stelle e le gocciole spruzzavano.

In un sonno infantile erano immersi
i vicini, diméntichi del giorno
e dei pensieri. E noi sul terrazzino
tutto intagli, da soli, con la notte.

Ormai quel terrazzino è demolito
e di quel pioppo non si trova il tronco,
ma mi guarda ancora quella notte,
chiara come la nostra giovinezza.

[Stepan Ščipačëv, Dopo un acquazzone notturno, traduzione di Angelo Maria Ripellino, in Nuovi poeti sovietici, Torino, Einaudi 1961, p. 43]