La conclusione

martedì 8 Febbraio 2022

La conclusione fu che venne istituito uno speciale ufficio per la sorveglianza di Puškin (ufficio che sarebbe stato abolito vari anni dopo la morte del poeta).

[Puškin è morto l’8 febbraio 1837, 185 anni fa, la citazione è da J. M. Lotman, Puškin, trad. di F. Fici Giusti, Padova, Liviana 1990, p. 130]

A proposito del suo poema Gli zingari

giovedì 1 Dicembre 2016

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A proposito degli zingari, una signora ha notato che in tutto il poema c’è solo una persona onesta, e che è l’orso.

[Pušikn sul suo poema Gli zingari, citato in Jurij Tynjanov, Literaturnaja evoljucija, Moskva, Agraf 2002, p. 168]

17 giugno – Novara

mercoledì 17 Giugno 2015

Mercoledì 17 giugno,
a Novara,
al Circolo dei lettori,
in via Fratelli Rosselli 20,
alle 18 e 30
lettura integrale della
Donna di picche
di Puškin.

Con sentenza definitiva

lunedì 14 Luglio 2014

A pensarci, è stranissimo, ma Tolstoj, Dostoevskij, Brodskij, Charms, Chlebnikov, Erofeev, oltre a Spinoza e a Giordano Bruno, e a Balzac, e a Puškin, anche, e anche a Lermontov, credo, e a Anna Achmatova, e a Mandel’štam, e a Sinjavskij, ecco loro, son tutti condannati con sentenza definitiva, e io, però, non mi stanco di leggerli, e se dovessi scegliere se smettere di leggere i condannati con sentenza definitiva o i non condannati con sentenza definitiva, io, non lo so, di preciso, ma credo che smetterei di leggere i non condannati con sentenza definitiva.

Su un quaderno vecchio

domenica 13 Luglio 2014

Mi ero segnato che la gente che piace a me, come Chlebnikov, o Charms, o Puškin, o Tolstoj, è tutta gente che non aspiravano a prendere il potere, ma a essere tramite di un potere che è più potere del potere, una cosa vergognosa, dal tanto che è grossa, mi ero segnato.

Cose che ci governano

martedì 1 Ottobre 2013

Ho sentito a volte parlare di diritto romano, ma non saprei citare nessuna legge, nessuna norma di comportamento che derivi dal diritto romano, mentre mi è rimasta impressa una frase di Puškin: «Descrivi, e non fare il furbo», e mi viene da dire che io son più soggetto al diritto puškiniano, che al diritto romano.

 

[Per una rassegna alle biblioteche della provincia di Reggio Emilia che ci sarà in novembre e si intitola Cose che ci governano]

Oneghin

venerdì 10 Maggio 2013

La lettura di Ermanno Cavazzoni dell’Eugenio Oneghin di Puškin, nella traduzione di Ettore Lo Gatto, fatta al circolo dei lettori di Torino il 5 febbraio del 2013 dentro la rassegna Gli inabbracciabili: Clic.

8 maggio – Bergamo

mercoledì 8 Maggio 2013

Mercoledì 8 maggio,
a Bergamo,
allo spazio Polaresco,
alle ore 21,
Forse siamo dei maniaci,
discorso sull’Evgenij Onegin
di Aleksandr S. Puškin
come romanzo di formazione
(chissà),
dura un’ora

Il contemporaneo

mercoledì 8 Maggio 2013

Dopo, Puškin, come si sa, è morto in duello, con un francese, D’Anthès, che Puškin aveva sfidato a duello perché, alla fine del 1836, lui, Puškin, e molti suoi amici, avevano ricevuto un diploma, anonimo, che non si è mai capito chi l’ha mandato, che diceva che lui, Puškin, era cornuto, e siccome D’Anthès parlava spesso con la moglie, di Puškin, e girava attorno a casa sua, girava la voce che D’Anthès avesse una relazione con la moglie di Puškin, e Puškin l’aveva sfidato a duello, e aveva sparato per primo, se non ricordo male, e aveva colpito D’Anthès su un bottone, e D’Anthès allora aveva sparato anche lui e aveva colpito Puškin nella pancia, e Puškin, dopo tre giorni di agonia, era morto, e durante l’agonia, tra le altre cose che gli avevano chiesto, c’era cosa voleva dire ai critici e lui sembra che abbia risposto Dite a quelli che mi hanno voluto far male che ci sono riusciti, e prendo questa informazione da un libro molto bello, di Serena Vitale, che si chiama Il bottone di Puškin, e racconta gli ultimi giorni di Puškin, e è scritto come fosse un romanzo e ci si legge, tra le altre cose, il parere di un contemporaneo di Puškin su una rivista diretta da Puškin, che si intitolava Sovremennik, cioè, Il contemporaneo, e il parere di questo signore, funzionario del Dipartimento della giustizia, K. N. Lebedev, è il seguente:

Ho ricevuto Il contemporaneo di Puškin. Valeva la pena di aspettarlo tre mesi? Certi versetti, articoletti, raccontini, analisi critiche. Non è così che bisogna affrontare la cosa. Non scherzosamente letterario, non solo letterario, deve essere un “Contemporaneo”. Il nostro tempo è superiore a questo. A che pro questo tono di conversazione famigliare? I racconti del signor Gogol: ma si possono pubblicare racconti del genere?

si chiedeva il 14 aprile del 1836 qusto signor Lebedev che era un signore che, poveretto, non lo sapeva che avrebbe fatto una così brutta figura, a scrivere queste cose.

[Un pezzetto del discorso di stasera a Bergamo sull’Onegin come romanzo di formazione (chissà)]

Un pezzetto

lunedì 6 Maggio 2013

Allora, per Puškin, fu molto importante la njanja, la nutrice, Arina Rodionovna, che gli raccontava, da piccolo, le fiabe popolari, e alcune Puškin poi le ha riescritte, e sono diventate celebri in tutto il mondo, come quella del pesciolino d’oro e quella lingua lì, la lingua della njanja, la lingua popolare, la lingua degli oggetti, delle mani, della fatica, la lingua parlata, Puškin l’ha portata nella letteratura, ne ha fatto la lingua della letteratura e alla njanja di Puškin, una contadina, una serva della gleba, una serva, a Pskov, che è la regione dove c’erano i possedimenti della famiglia di Puškin, hanno fatto un monumento, così come da noi, in Toscana, avrebbero potuto fare un monumento alla donna di servizio toscana di Manzoni, alla quale, continuamente, Manzoni chiedeva come si dicevano le cose in toscano, mentre lavorava alla nuova stesura dei Promessi sposi.

[Pezzetto del discorso sull’Evgenij Onegin come romanzo di formazione (chissà) che dico a Bergamo mercoledì 8 maggio]