La speranza
La speranza, diceva Francesco Bacone, è una buona colazione ma una pessima cena.
[Iosif Brodskij, Fondamenta degli incurabili, trad. di Gilberto Forti, Milano, Adelphi 1991, p. 29]
La speranza, diceva Francesco Bacone, è una buona colazione ma una pessima cena.
[Iosif Brodskij, Fondamenta degli incurabili, trad. di Gilberto Forti, Milano, Adelphi 1991, p. 29]
Un mugnaio, quando non riesce a dormire, esce senza cappello e va a ispezionare le macine. A volte io di notte mi sveglio e ripeto le coniugazioni secondo la grammatica di Marr.
[Osip Mandel’štam, Viaggio in Armenia, a cura di Serena Vitale, Milano, Adelphi 1988, p. 65]
In che luogo si trovano
di solito i briganti?
È là dove convengono i confini.
[W. H. Auden, Grazie, nebbia, traduzione di Alessandro Gallenzi, Milano, Adelphi 2011, p. 49]
Un giorno, allora ero liceale, un professore disse: «Quando sarete innamorati, scriverete lettere bellissime». In realtà, chiunque abbia conosciuto innamorati – e capita a tutti – e si ricorda di se stesso amoroso o amorosa, sa benissimo che chi è trafitto d’amore è un personaggio monotono, ripetitivo, dalla aggettivazione scialba e iterativa, affranto dal gravame dei luoghi comuni, emotivamente instabile, solipsista, convinto che l’oggetto del suo amore sia di interesse generale, e più
stupito che irritato se nota una certa tendenza a cambiare discorso nei più cari e pazienti sodali. L’innamorato è socialmente una peste, un diluvio innocente, un farneticante, un ossessivo, e sebbene tutto ciò sia assai nobile e fondamentale dal punto di vista della storia psicologica specifica, non è credibile che costui sia in grado di produrre testi letterari interessanti.
[Giorgio Manganelli, Il rumore sottile della prosa, Milano, Adelphi 2013 (2), pp. 85-86]
La paura o la vergogna gli impedivano di dire
Non mi piaci.
Allora sbadigliava e si grattava.
[W. H. Auden, Shorts, Milano, Adelphi 2009 (4), p. 12]
Quando questi giovani, questi nostri cari giovani, vogliono dire qualcosa di intelligente e profondo, subito sul loro viso sincero e ingenuo si legge: «Ecco, sto dicendo cose intelligenti e profonde».
[Fëdor Dostoevskij, La mite, a cura di Serena Vitale, Milano, Adelphi 2018, p. 18]
Nel mio lavoro, quando qua e là si formano i primi segni di una storia, o quando in lontananza vedo spuntare da dietro una collina di prosa l’accenno a una storia, gli sparo.
[Thomas Bernhard, Midland a Stilfs, traduzione di Giovanna Agabio, Milano, Adelphi 2020, quarta di copertina]
Il crimine ha una propria causa così come ce l’ha una malattia, e il modo di affrontare razionalmente un qualsiasi stato di anormalità consiste nel rimuoverne la causa.
«Un medico chiamato a curare una febbre tifoide cercherebbe probabilmente di individuare l’origine dell’acqua bevuta dal paziente, dopodiché, individuato il pozzo, ordinerebbe di ripulirlo per evitare che altri possano ammalarsi. Se per curare la febbre tifoide chiamassimo invece un giudice, questi infliggerebbe al paziente trenta giorni di carcere, pensando che, così, nessun altro oserebbe bere l’acqua impura. Se il paziente dovesse guarire in quindici giorni, sarebbe ugualmente tenuto a scontare la pena fino alla fine; e se, trascorsi i trenta giorni, la malattia dovesse essere peggiorata, il paziente sarebbe ugualmente rilasciato, perché la pena inflitta sarebbe stata scontata.
Di norma, i giudici non sono scienziati: pensano che per rendere buoni gli uomini ci sia un solo modo, che consiste nel terrorizzarli affinché non osino fare il male.
[Meyer Levin, Compulsion, traduzione di Gianni Pannofino, Milano, Adelphi 2017, p. 527]
In verità, il filologo ha non poche qualità dell’omicida ideale. Uomo di passioni occulte, di meditazioni clandestine e iniziatiche, di vocazione scontrosa, il filologo aggredisce i suoi testi con quell’odio mescolato ad amore con cui il criminale lavora la sua vittima.
[Giorgio Manganelli, Concupiscenza libraria, Milano, Adelphi 2020, p. 190]
Sospetto che, senza un sottofondo comico,
sia impossibile, oggi, fare dei versi veramente
seri.
[W. H. Auden, Shorts, Milano, Adelphi 2009 (4), p. 76]