Ancora

venerdì 20 Aprile 2012

Sono tre giorni che mi gira in testa una frase che ho letto dentro un libro di Matteo Renzi, un saggio sulla bellezza che si intitola Stil novo. Renzi, in Stil novo, a proposito delle opere di Leonardo da Vinci scrive, a pagina 79: «Anche perché diciamo la verità: la Gioconda è più enigmatica che bella». Ecco. A me è venuto da pensare che, in un saggio sulla bellezza, una frase del genere, «Anche perché diciamo la verità: la Gioconda è più enigmatica che bella», la può scrivere solo uno sprovveduto o un politico. E una cosa stranissima, è che l’ignoranza e il pressapochismo che io deduco da questa frase non mi fanno arrabbiare, mi mettono di buon umore. Cioè l’idea che il sindaco di Firenze sia uno che ha il coraggio, la faccia tosta, l’improntitudine, si potrebbe anche dire (cioè la mancanza di misura), di dare, non si capisce con che autorità, dei giudizi così a caso «Anche perché diciamo la verità: la Gioconda è più enigmatica che bella», non è una cosa che mi fa venire il nervoso, è una cosa che mi fa ridere. Forse perché mi conferma nella mia convinzione che i cosidetti governanti, cioè quelli che dovrebbero governarci, e che sono magari anche convinti di governarci, non son neanche capaci di governare se stessi, i propri appetiti, le proprie ambizioni, la propria lingua, i propri pensieri. E allora lì, forse, è questa contraddizione (la comicità nasce sempre da un’oscillazione tra il sì e il no, dicono), è questa contraddizione che, quando leggo una frase come questa: «Anche perché diciamo la verità: la Gioconda è più enigmatica che bella», mi costringe a ridere.

[Esce oggi su Libero]