Anche in città

sabato 18 Aprile 2015

A andare a correre, al mattino, questa settimana ho fatto più fatica del solito. Mi son chiesto perché, mi son risposto che un po’ è per il fatto che divento vecchio, che, a pensarci, è una cosa incredibile, tutti i giorni uno diventa sempre più vecchio, un po’ probabilmente è anche per via del fatto che questa settimana, a Bologna, è successa una cosa della quale parla Lev Tolstoj all’inizio del suo romanzo Resurrezione quando dice: «Per quanto gli uomini si sforzassero, radunandosi a centinaia di migliaia in un posto piccolo, deturpando la terra sulla quale si erano stretti, per quanto soffocassero quella terra di pietre perché niente, in lei, nascesse, per quanto estirpassero ogni erba che spuntava, per quanto esalassero fumo di fossili, di carbone e petrolio, per quanto tagliassero gli alberi e cacciassero tutti gli animali e gli uccelli, la primavera era primavera anche in città». E con l’arrivo della primavera anche in città vien caldo anche in città e correre diventa più faticoso anche se è un’esperienza un po’ meno triste e solitaria perché in giro c’è più gente per esempio questa settimana, un giorno, dalla staccionata dell’asilo nido della Croce di Casalecchio è spuntata la testa di un bambino che mi ha detto «Come ti chiami? Ce l’hai la multa?». E il giorno dopo c’era un ragazzo pelato e palestrato che, seduto su una panchina, intanto che passavo parlava al telefono con il vivavoce e diceva alla sua interlocutrice, che immagino gli avesse chiesto «E cosa succede dopo che hai fatto tanto esercizio fisico?», questo ragazzo pelato e palestrato rispondeva: «Dopo che hai fatto tanto esercizio fisico succede che riesci a stare in mezzo alla gente senza tanti imbarazzi», e quella interlocutrice mi sembra che gli abbia risposto «E quando poi sei in mezzo alla gente senza tanti imbarazzi, dopo poi cosa fai?». Che io, stavo correndo, la risposta del ragazzo pelato e palestrato non l’ho sentita, ma ho pensato a cosa corro a fare io, che correrei in teoria per dimagrire solo che non dimagrisco potrei anche smettere, di correre, mi sono detto, solo che io, mi sono aggiunto, la cosa che mi piace di correre, a parte dimagrire che mi piacerebbe, ma non dimagrisco, a parte quello la cosa incantevole del correre è quando arrivo alla fine che ho una stanchezza che mi gira la testa e penso «Ecco, questo sì che è bello», e mi dico che ci vorrebbe un modo per provare quella sensazione di stanchezza senza però dover fare tanta fatica e patir tanto caldo, che poi è un pensiero simile al pensiero dei miei colleghi quando, da ragazzo, lavoravo in un prosciuttificio che scaricavamo dei camion di prosciutti e c’era sempre un mio collega che, quando prendeva in mano l’ultimo, dopo due ore magari di scaricamento diceva «Ecco, cercavo proprio questo qua». Dopo, per finire, questa settimana ho lavorato anche a un libretto che uscirà in settembre che hanno scritto quindici abitanti della città di Torino e che si intitola Repertorio dei matti della città di Torino e ci sono dei racconti brevi come per esempio questo (l’ha scritto Luca): «Uno nel 2009, due anni prima di diventare sindaco di Torino, aveva detto a un giornalista di RepubblicaTv: “Perché se Grillo vuole far politica, fondi un partito, metta in piedi un’organizzazione, vediamo quanti voti prende, e perché non lo fa?».