Anche il telefono

venerdì 9 Marzo 2018

Anche il telefono, vigliacco se squillava una volta. Non squillava mai. Io vedevo gli altri che hanno sempre il telefono in mano e dei messaggi quando non ci sono, si vede che qualcuno li chiama. Io delle volte mi mettevo a guardare il mio telefono sul tavolino e continuavo a osservarlo fino a che lui non si restringeva così tanto da prendere la forma di un atomo. Lo vedevo che si restringeva e restringeva come per voler scomparire da questa terra, ma non poteva andarsene del tutto perché nulla si distrugge e ci rimaneva un atomo sul tavolino che sembrava un granello di polvere. Un atomo con la forma del mio telefono. Un atono con la cornetta riconoscibile. Era lì, muta, ma la vedevo. Delle volte la guardavo per un’ora e avevo l’impressione che stesse per suonare ma poi non lo faceva. Allora la tiravo su anche se non aveva suonato e poi mi dicevo: No.
Un giorno ho anche mandato a chiamare un tecnico della compagna telefonica per fargli dare un’occhiata. Dagli un’occhiata, gli ho detto, non suona mai. Lui ha tirato su la cornetta e ha detto: Il segnale si sente tuttavia. Poi ha provato a telefonare in ditta e loro gli hanno risposto. Mi sembra che non ci sia nessun problema, ha detto. Sei sicuro? gli ho detto, o è come quando si ha il mal di dente che mentre si va dal dentista il mal di denti passa. Sono sicuro, ha detto lui. Com’è che non suona mai? Lui è rimasto lì che non sapeva cosa rispondere.

[Daniele Benati, Cani dell’inferno, Macerata, Quodlibet 2018, p. 25]